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Come presentare la propria opera ad un editore
Recupero un’altro articolo “storico” del sito che credo possa servire a tutti gli esordienti (era stato letto oltre 4200 volte in 6 anni, non male, suvvia).
Ho lavorato come un nero. Sono rimasto chino su un monitor (o sul foglio bianco) per giorni, mesi e spesso anni. Ho realizzato l’opera della mia vita. Sono sicuro che è uno dei romanzi più belli mai scritti e… e come trovo uno che me lo pubblica???
Eccoci arrivati alla domanda fatidica, domanda che incombe su tutti gli aspiranti scrittori che hanno realizzato un’opera e che la vogliono pubblicare. Questo piccolo articolo vuole riassumere in breve le cose che, a detta di molte case editrici serie, lo scrittore deve fare per cercare di farsi pubblicare.
Innanzitutto io consiglio sempre di proteggere la propria opera letteraria (non starò qui a spiegare il come, leggete l’articolo “Diritto d’autore. Ovvero: ho un testo inedito e desidererei proteggerlo; come faccio?” Già presente sul Penna d’Oca). Fatto questo bisogna iniziare a lavorare sul fattore critico: la pubblicazione.
Bisogna che iniziamo a considerarci non come uomini o donne con la passione della scrittura e vogliosi di veder la propria opera pubblicata, ma come professionisti (seppur sconosciuti e di importanza minore per una casa editrice). Un professionista si deve quindi comportare in modo corretto e responsabile, sia di se stesso che dei propri interlocutori.
Il professionista si deve informare dalla casa editrice se è interessata alla pubblicazione della propria opera, prima di inviarla all’editore stesso. Facendo un esempio, se io ho fatto un libro di poesie, non posso (e non devo pensare di poterlo fare) inviare la mia opera ad una casa editrice che pubblica solo fantascienza o horror; non se ne faranno di nulla, ma è ovvio! Se ho scritto un libro che parla di Modena e la sua provincia non lo posso inviare ad una casa editrice di Reggio Calabria che pubblica solo opere che trattino della Calabria e che viene commercializzata solo in Calabria.
Questi dattiloscritti, inviati in questo modo indiscriminato a tutti non fanno altro che:
a) intasare le piccole case editrici che già avrebbero un numero di manoscritti elevati da leggere, ed invece così sono letteralmente sommerse di libri per loro inutili (ricordatevi che non siete solo voi ad inviare dattiloscritti ma sono centinaia e centinaia di esordienti che inviano opere giornalmente alle case editrici). In questo mare di opere che vanno direttamente al macero è facile perdere libri di buona qualità,
b) far proliferare editori senza scrupoli che pubblicano con la formula “contributo da parte dell’autore”. Questi editori si basano sulla voglia che ha un esordiente di essere pubblicato e pubblicano tutto ciò che gli viene sotto mano (bello o brutto che sia), senza una filosofia editrice, senza scrupoli, e rubando spesso denaro all’autore che desidera ogni altra cosa pubblicare il suo manoscritto.
Sembrano cose ovvie, ma non lo sono. Gli editori sono invasi da opere che non pubblicheranno mai perché escono dalla loro filosofia, e gli editori che vogliono lucrare sugli esordienti aumentano anno dopo anno.
Cosa deve effettivamente fare uno scrittore.
Primo, controllare casa editrice per casa editrice quali sono le collane che pubblica e se è interessata a pubblicare inediti.
Secondo, pubblica con la formula “contributo da parte dell’autore” o non chiede contributi. Paga i diritti d’autore (magari mantenendosene una quota iniziale per pagarsi eventuali mancate entrate) o vuole che tu ceda a loro tutti i diritti.
Terzo, è un editore in possesso dell’ISBN (anche qui non sto a ripetere che cosa è) e che tipo di rete distributiva ha a disposizione.
Quarto, vedere se vuole ricevere il materiale in forma informatica (floppy, cd-rom, ecc;) od in forma cartacea. Se lo vuole tutto subito o se prima ne vuole un riassunto con i dati dell’autore e le prime cinque pagine dell’opera.
Quinto, chiedere all’attenzione di chi mandare l’opera; spesso infatti le opere girano per mesi dentro le case editrici senza arrivare nelle mani di chi deve decidere se pubblicarle o no.
In conclusione ricordatevi una cosa importante: Lo scrittore esordiente è un professionista, va trattato come tale e quindi deve essere pagato per il suo lavoro e considerato come uno che come lavoro fa lo scrittore (anche se non prevalentemente)… e lo scrittore si deve comportare come tale, non può intasare le case editrici di romanzi sconclusionati, con errori di punteggiatura e battitura, senza capo ne coda; non può intasare le case editrici fregandosene se quello che scrive loro lo vogliono e/o possono pubblicare senza sapere nemmeno quale è il suo referente.
Siate seri, lavorate con cognizione di causa. Se tutti gli esordienti si comportassero correttamente ci sarebbe più spazio per tutti e chi lucra sulla nostra pelle farebbe molta più fatica ad uccidere i sogni degli esordienti.
Enrico Gradellini
Diritto d’autore. Ovvero: ho un testo inedito e desidererei proteggerlo; come faccio?
Ripropongo un articolo oramai storico… ma che tante persone ha aiutato in questi anni. Abbiamo ricevuto parecchie mail dove ci veniva chiesto come fare per proteggersi dal rischio di plagio e se proprio dobbiamo essere sinceri è stata una delle prime cose che mi sono chiesto quando ho iniziato a scrivere con una certa continuità […]