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Self-coaching per scrittori: scrivi anche quando non hai niente da dire

Posted by Laura Bertoli on 06/04/2014 in Consigli per gli scrittori |

La pigrizia è nemica della scrittura. Qualche giorno fa ho letto e anche apprezzato un post pubblicato su un altro blog, in cui si invitavano gli autori o blogger ad evitare di scrivere qualsiasi cosa a meno che non fossero colti dal sacro fuoco dell’ispirazione. Nel mio film mentale ero perfettamente d’accordo sul fatto che non ci sia niente di più potente per uno scrittore che l’urgenza di scrivere in qualsiasi momento e su qualsiasi supporto, dal biglietto del tram, alla tovaglietta della pizzeria, al foglio di scottex, anche se ormai è molto più probabile che si utilizzi un tablet o uno smartphone per prendere nota di quelle idee illuminanti che daranno forma al nostro prossimo libro. Tuttavia, ripensandoci, credo che l’ispirazione non vada necessariamente attesa, ma che si possa in qualche modo evocare. E come? Scrivendo, anche se non hai nulla di preciso da raccontare. Anche se sei stanco e assonnato, o se pensi che buttare giù i tuoi pensieri non abbia nessuna utilità se non c’è dietro un progetto per portare a compimento qualcosa di preciso e definito. Eppure, una parola, dopo l’altra, per associazione di idee, o semplicemente perché il flusso di coscienza porta a galla qualcosa di cui non eri ancora consapevole, potenzialità a cui non avevi pensato, le frasi si compongono e cominciano ad avere un senso più chiaro. Se poi le rileggi tutto a distanza di tempo, non ti sembreranno nemmeno così stupide e insignificanti.

Per esempio, questa sera sono stanca e contenta di ritorno dal mio corso di coaching, e avrei un grande desiderio di chiudere gli occhi e di ripercorrere la mia giornata solo tra me e me (al massimo in compagnia della mia gatta), ma se perdessi l’allenamento a pubblicare su Penna d’Oca anche per una sola settimana, nel momento in cui poi ricominciassi a farlo sarebbe più difficile e avrei molto più forte la sensazione di non stare facendo nulla di utile. In realtà, se in questo momento tu decidessi di seguire il  mio esempio e di scrivere la prossima pagina del tuo racconto, o una nuova poesia, queste parole non sarebbero scritte invano. E’ molto romantico pensare allo scrittore come a un’entità attraverso cui scorrono liberamente le parole, senza sforzo, ma è anche vero che pian piano si può vincere la fatica di scrivere con l’esercizio, come quando vai in palestra e fai esercizi gradualmente sempre più duri, ma con il tempo arrivi a fare cose che all’inizio non ti saresti mai immaginato. Per cui anche queste poche righe, questa sera, possono avere un loro senso. E se non sai da dove cominciare, puoi sempre provare a scrivere di te e di come ti senti quando ti sembra di non avere nulla da dire. Perché dopo tutto forse è possibile esercitare l’ispirazione. Non dico che la scrittura debba diventare automatica ma che, come una bella storia d’amore, si può coltivare ed espandere, rendendola ricca di condivisione, significati e nuovi orizzonti. C’è stato un periodo in cui avevo deciso di scrivere almeno una poesia al giorno. Beh, ha funzionato. Magari non tutte sono dei capolavori, ma quell’esercizio di diario quotidiano mi ha sbloccata e mi ha insegnato a giocare con le parole per ottenere effetti ogni giorno diversi.

Magari oggi anch’io ho scritto sul nulla, ma non mi dispiace il suono di queste parole, come quello delle mie poesie. Il fatto è che sento la scrittura anche se non ho niente ad dire. E tuttavia non ho potuto fare a meno di mettere un “mi piace” a questo articolo, perché è così che vorrei essere e scrivere:

http://morenafanti.wordpress.com/2014/04/01/scrivere-non-e-un-obbligo/

 

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