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“Cronache maledette”: incontro con gli autori

Posted by Michela Alessandroni on 17/11/2014 in Editoria, Interviste agli scrittori, Libri |

Cronache maledette” è un’opera nata dalla fantasia, dall’ingegno e dal talento degli scrittori di fantasy della casa editrice flower-ed: Marina Lisi (autrice di “Viola. Il Dono dell’Ambra”, “Viola. Il Bracciale del Comando” e “Scrivere un romanzo fantasy”), Monica Ricci (autrice di “Fiamma”), Ilenia Di Carlo (autrice di “Dannatamente tua” e “Sacrilegio”), Giusy Amoruso (autrice di “Angeli dannati”) e Mattia Spirito (autore di “Dopo il tramonto”).

Cronache maledette

Marina Lisi, Monica Ricci, Ilenia Di Carlo
Giusy Amoruso, Mattia Spirito

Cronache maledette

La scheda dell’e-book

Vorrei ora lasciare la parola a loro, rivolgendo una domanda ciascuno riguardo l’opera che li ha visti lavorare insieme.

Marina, il tuo racconto apre l’e-book immergendo immediatamente il lettore in un’atmosfera magica. “Il Bardo” evoca, infatti, il mondo celtico, in quanto antico cantore di epiche imprese. Cosa rappresenta per te oggi questa figura così importante dell’antichità?

Marina: Vedi, come tu giustamente hai sottolineato, il personaggio principale del mio racconto altro non è che una figura rappresentativa del mondo celtico, a me così caro, lo stesso mondo di Viola, la guaritrice, la sacerdotessa, colei che ha potere di sollevare dai dolori chi ne è afflitto o condannare senza appello chi lo merita. Lo stesso popolo celtico per i quali era così importante il Coal àit, il tempo di mezzo in cui si incontrano i personaggi del mio breve racconto. Un mondo a cui più volte mi sono ispirata e in cui il Bardo, poeta, giullare di corte rappresenta la memoria di cose antiche. Un saggio, un poeta che aveva il compito di informare, ricordare, memorizzare e utilizzare le parole, accompagnate dal suono del suo strumento, per rievocare fatti, leggende, miti e non solo.

La sua era una missione che lo portava a servirsi della sua bravura nel comporre versi per raccontare eventi successi in tempi e terre remote, facendo amare o odiare questo o quel personaggio del racconto, enfatizzando atti eroici o denigrando chi non meritava onori e gloria.

Tutto questo mi affascina; l’affabulazione della parola è di per sé una magia che ho sempre amato, la stessa che ieri mi spingeva a divorare libri per farmi incantare da essa e che oggi mi porta a trasmettere emozioni scrivendo, cercando di riprodurla proprio come facevano i Bardi celtici.

Questo innamoramento per il potere delle parole mi ha portato più volte a rimanere invischiata in tentativi, più o meno riusciti, di portare a galla, e rendere visibile, chiaro, ciò che con esso si può creare.

La facilità con la quale un Bardo riusciva a suscitare emozioni, sensazioni in chi lo ascoltava desta in me una profonda invidia, nel senso bonario della parola. Sì, proprio di questo sono innamorata, di come sapevano e potevano gareggiare in bravura nell’utilizzo magistrale della parola, nella magia dei loro racconti, nel gestire agevolmente quel potere che ogni scrittore cerca e prova a servirsi nei suoi scritti.

Per questo, e non solo per questo, ho voluto che il personaggio del Bardo iniziasse la lunga maratona dei nostri racconti: quello mio e quelli dei miei amici, autori fantasy della flower-ed.

Chi più di un Bardo poteva esorcizzare e rendere fruibile la magia che necessariamente doveva scorrere nei nostri racconti?

Spero di esserci riuscita dando il mio contributo di “anziana” del gruppo, un po’ un’apripista dei giovani rampolli della flower-ed con grandi potenzialità e aspirazioni.

Per ultimo voglio augurare a tutti quelli che vorranno curiosare tra le pagine di “Cronache Maledette” di poter cogliere la magia delle parole che ogni uno di noi ha utilizzato nel suo personale e unico modo.

Viola. Il Dono dell'Ambra

Il racconto di Monica, “Il cacciatore di cervi”, mostra un’atmosfera analoga, quasi fiabesca. Anche in questo caso compare un riferimento al mondo celtico, essendo il cervo animale dal forte valore simbolico e spirituale. Come hai ideato il tuo personaggio e il mondo pieno di difficoltà in cui si trova a vivere?

Monica: Il cervo è un animale molto simbolico nel mondo celtico, in molti miti compare come messaggero. La femmina invece è utilizzata con il compito di condurre il cacciatore verso il mistero della foresta.

Nel mio racconto il cacciatore è un personaggio che, in un mondo dove la caccia era importante, pensa che sia l’unico modo per riuscire a portare a casa qualcosa da mangiare. Ho pensato di creare una connessione tra preda e predatore, dove entrambi dovevano lottare per vivere. Così ho pensato che un cervo fosse l’animale migliore, che potesse incarnare meglio la volontà di sopravvivere in una natura molto pericolosa.

Per il cacciatore invece volevo creare un personaggio che non amasse davvero uccidere, lui vuole solo poter portare a casa qualcosa da mangiare per sé e per la madre. Non gli piace lo spreco, caccia quel tanto che gli serve ad andare avanti.

Dunque nel mio racconto ho voluto far sentire le emozioni che potevano esserci tra natura e uomo, tra la preda e il predatore, in un mondo dove per sopravvivere bisognava impegnarsi a fondo e riuscire a superare continuamente se stessi.

Monica Ricci, "Fiamma"

Ilenia, con il tuo racconto, “Isobel”, si chiude il ciclo di tre storie intitolato “La maledizione” e proprio attraverso la protagonista tutti gli elementi messi in gioco da Marina e Monica acquistano davvero un senso: personaggi, destini, amori sfortunati. Com’è stato indossare i panni di questo personaggio così particolare?

Ilenia: Isobel, la dolce e innocente strega bianca tramutatasi inevitabilmente in una creatura oscura e dai pericolosi poteri demoniaci è stato uno dei personaggi più divertenti, ma nello stesso tempo più difficili di cui abbia mai scritto.

L’idea di identificarmi in lei in questa simpatica raccolta di racconti è stata strana, non saprei come altro definirla, a tratti quasi inquietante. Quando io, Marina e Monica, che insieme a me fanno parte di quella che ormai mi piace tanto definire una seconda famiglia, la casa editrice flower-ed, ambiente amichevole in cui si riesce a ridere e scherzare ma anche a collaborare con gioia e tranquillità, abbiamo deciso di dar vita a questo ciclo di racconti volevamo creare una storia in perfetto stile fantasy ma che in un certo senso riuscisse anche a legarsi alla realtà di tutti i giorni e non solo ai tempi che furono. Amori non corrisposti, gelosie e vendetta sono perciò gli ingredienti principali di questa triste favola che legati insieme mi hanno spinta ad analizzare a fondo certi umani sentimenti, a provare a comprendere davvero cosa scatti nella mente di una persona quando questa subisce un torto più o meno grave. Isobel era quello che ogni ragazza di buona famiglia doveva essere.

La sua indole tranquilla, a tratti quasi timorosa l’aiutava a custodire gelosamente il suo ingombrante segreto, impedendole di accostarsi ai giochi pericolosi delle sue coetanee che si limitava invece a seguire da un angolo nascosto del fitto bosco, lontana da occhi indiscreti. Ma la curiosità è donna e Isobel si avvicinava ogni giorno di più a quella meravigliosa seppur complicata condizione, complici i primi batticuori tipici della sua giovane età.

Ma fin dove può spingersi un cuore spezzato, un’anima candida che ha perso tutto ciò in cui credeva e sperava? Rispondere a questi interrogativi attraverso gli occhi di Isobel è stato come immergersi in un mondo tutto nuovo, provando per un attimo a spogliarsi di se stessi e della propria personalità, di tutto ciò che di reale ci circonda, per vestire i panni di qualcun altro. Di qualcuno che appartiene a un piccolo e affascinante universo, così lontano da quello a cui siamo abituati. Un universo in cui tutto è possibile.

In fondo è questo che facciamo noi inguaribili sognatori: ci perdiamo in mille vite pur vivendone una sola.

Sacrilegio - Ilenia Di Carlo

L’ultima domanda la rivolgo a Giusy e Mattia insieme, perché insieme hanno creato il racconto lungo “Cuori nelle tenebre”, magnifica storia di vampiri che narra le vicende di Elettra Melzi e Drake dal 1881 fino ai nostri giorni. Ritengo che nella scrittura di una storia ideata di concerto tra due autori la cosa più difficile sia trovare l’armonia, trattandosi comunque di due penne, due anime distinte e differenti. È stato così? Raccontateci la vostra esperienza.

Giusy: Inizio subito sottolineando che da quando sono entrata a far parte del “gruppo fantasy” di flower-ed la mia passione per la scrittura si è estesa a un livello più alto. Questo perché ho trovato, in primis con la mia editrice Michela Alessandroni e successivamente quando ho avuto la fortuna di conoscere tutti gli altri autori del fantasy, una magica armonia, che mi ha permesso di conciliare interessi e divertimento.

Lavorando al racconto “Cuori nelle Tenebre”, insieme a Mattia Spirito, ho scoperto quanto un racconto fantasy possa evolversi in uno spazio infinito. Nel momento in cui Michela ci ha proposto di lavorare a un progetto tutti insieme, in un attimo nella mia mente è nata la storia, ho pensato che narrare la stessa vicenda vista da occhi diversi, sarebbe stata un’idea originale.

Durante la stesura e quindi nell’interazione con Mattia, si è realizzato esattamente quello a cui avevo pensato; immedesimandomi in Elettra, nei miei scritti la storia ha raggiunto più una sfumatura romantica; del resto tutti i romanzi che scrivo seguono un tema predominante: l’amore. “Angeli Dannati” ne è l’esempio, lo definisco con una frase che prediligo: A cosa si è disposti a rinunciare pur di stendere le pieghe del cuore?

Tornando a “Cuori nelle Tenebre” la penna di Mattia, diversamente, ha reso gli avvenimenti più cruenti e ricchi d’azione, come solo lui avrebbe potuto fare: ha una personalità molto forte e combattiva e lo si evince nei suoi lavori.

Sono molto soddisfatta del lavoro finito, e aggiungo che lavorare con Mattia si è rivelata un’esperienza molto preziosa, l’armonia è nata sin dalle prime righe e l’ironia, che contraddistingue il nostro rapporto, ha reso il tutto più piacevole.

Mi piacerebbe ripetere un’esperienza simile e mi auguro di non dover attendere molto.

Angeli dannati

Mattia: È stato non poco difficile. Piccole difficoltà che riguardavano le coincidenze dei personaggi e dei loro spostamenti erano le cose più ardue da tenere sotto controllo, altrimenti sarebbero venuti fuori dei buchi di trama allucinanti. Ma, dopo alcune modifiche persino alla storia, siamo riusciti, passo passo, a tessere il mosaico senza alcun errore. La collaborazione con Giusy Amoruso è stata un’esperienza molto piacevole e divertente, soprattutto per la sua simpatia, ed è stata una collaborazione fruttuosa per la sua minuziosità nei dettagli che ci ha permesso appunto di scrivere al meglio l’intera trama e i vari trascorsi sotto l’occhio di Elettra e di Drake: due punti di vista paralleli, ma sovente differenti.

Dopo il tramonto

Buona lettura a tutti!

 

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