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Marina Lisi e le emozioni del romanzo fantasy
Nel catalogo di flower-ed compare un piccolo manuale a firma di Marina Lisi: “Scrivere un romanzo fantasy“. Si tratta di una guida semplice ed essenziale per cominciare a conoscere questo genere letterario, il fantasy appunto, che da sempre affascina lettori e scrittori. Autrice della trilogia “Viola” (al momento sono state pubblicate le prime due parti, “Viola. Il Dono dell’Ambra” e “Viola. Il Bracciale del Comando“, mentre la terza parte uscirà nel corso di quest’anno), ha voluto regalarci in questo articolo alcune considerazioni e alcuni consigli prezioni per chi legge, per chi scrive, per chi ama le storie fantasy.
Michela Alessandroni
Quando si avvicina l’estate, si progettano vacanze, si sognano intere giornata da passare con gli amici senza altro pensiero che divertirsi, si spera di incontrare un nuovo amore o di vivere avventure indimenticabili, ma per alcuni di noi tutto ciò non basta. Questi strani esseri aspettano di staccare con lo studio o con il lavoro per farsi prendere completamente dalla lettura compulsiva di un certo genere, non vedono l’ora di avere più tempo per prendere carta e penna o aprire il PC e scrivere: chi sente questo bisogno più degli amanti del fantasy?
Essi vivono perennemente in un mondo parallelo dove tutto è possibile, desiderano immergersi in quel mare di fantasia in cui cercare ciò che nella realtà non riescono a trovare, un mondo che con l’andar del tempo si fa fatica a tenere dentro di sé: è proprio allora che oltre a leggere si inizia a scrivere.
Strana gente, quella che ama il fantasy: sognatrice incallita, visionaria impenitente, che trova in questa passione un motivo per incrementare i propri sogni, lasciando agli altri il compito di tenere i piedi ben piantati in terra. D’altra parte, un grande scrittore di questo genere amava ricordare che “La Fantasia è una naturale attività, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione…”( J.R.R. Tolkien).
Nei più importanti dizionari, la parola fantasy è così descritta: genere narrativo e cinematografico caratterizzato da un’ambientazione fantastica e da un’atmosfera di magia.
La magia delle parole che provano da sempre a descrivere ciò che l’immaginazione crea naturalmente, a narrare tutto quello che senza alcuna difficoltà e remore affolla inesorabilmente la mente dei sognatori di ogni tempo.
Parlare di fantasy non è semplice. Ai più questo tipo di lettura può sembrare solamente una moda del momento, ma sbagliano.
Ricordo che un giorno di qualche tempo fa parlai a mio fratello di questa mia passione e lui mi fece notare quanto importante e necessario fosse per me una ricerca sulla storia del fantasy.
“Non puoi leggere o ancor di più scrivere scegliendo un genere narrativo così particolare senza sapere nulla della sua storia, delle sue origini, di come è cambiato nel tempo e quali scrittori ne sono stati i migliori rappresentanti. Non sarebbe giusto, non ne coglieresti l’intima essenza”. Così, oggi, voglio farvi la stessa raccomandazione.
Chi scrive e legge fantasy non può e non deve ignorarne la storia, perché essa è di per sé un vero racconto fantasy dilatato, spalmato nel tempo dove ha lasciato orme visibili del suo passaggio; le si trovano nascoste anche tra gli altri generi letterari più conosciuti, a volte tratteggiate appena o chiaramente e sfacciatamente utilizzate dagli scrittori.
La lunga storia del fantasy o del fantastico ha le sue origini nella notte dei tempi, quando attorno ai falò dei bivacchi improvvisati nelle notti buie o davanti ai camini accesi delle case si raccontavano storie che avevano un fondamento di realtà, ma che venivano arricchite dai molteplici particolari inventati, da elementi concepiti con la fantasia, aggiunti da chi li riportava oralmente così da farli diventare inverosimili, fantastici appunto, ma non per questo meno belli: anzi, proprio ciò li rendeva interessanti e attirava la curiosità di chi ascoltava rapito.
Le leggende, perché di questo stiamo parlando, divennero parte integrante della storia di molti popoli, di alcuni di essi l’unica traccia rimasta per conoscere qualcosa su di loro; alcune divennero saghe come quelle bellissime dei popoli nordici, ancora amate e fonti inesauribili di ispirazione per molti scrittori.
Con il passare del tempo, il fantasy si trasformò lasciandosi plasmare dal momento storico, ma non perdendo mai la sua connotazione, la sua peculiarità, la vocazione di far sognare.
Questo genere ha appassionato e accompagnato intere generazioni di lettori di ogni ceto sociale e se volete saperne di più potete iniziare la vostra ricerca leggendo ciò che ho scritto nella mia guida “Scrivere un romanzo fantasy”, una semplice chiacchierata con chi condivide la mia stessa passione e vuole farla diventare qualcosa di importante.
Ci tengo a ricordare che una cosa fondamentale che diversifica la nascita di un romanzo di genere fantasy dagli altri è la necessità della figurazione che in esso è più forte e importante.
Nello scrivere storie fantastiche la maggior fatica è essere credibili; si deve essere bravi a convincere il lettore che ciò che descriviamo possa esistere, senza ombra di dubbio, almeno finché si è immersi nella lettura.
Ciò può succedere solo se rappresentiamo con dovizia di particolari le scene che abbiamo immaginato, senza però cadere in una mera descrizione sterile: dobbiamo tener conto che non deve mai mancare il pathos; in questo può aiutarci la metafora, che se usata nel giusto modo ci permette di condividere, con chi leggerà il nostro racconto, le emozioni che abbiamo provato scrivendo. Se riuscirete a emozionarvi mentre scrivete il vostro libro avrete buone possibilità di emozionare chi lo leggerà.
Quante volte vi è successo di emozionarvi leggendo un libro, un qualsiasi libro? E pensate che non sia necessario in una storia di questo particolare genere?
Proprio qui vi sbagliate: ciò che nel descrivere la realtà è scontato e semplice, non lo è nel racconto fantastico e allora bisogna impegnarsi perché chi legge abbia una chiara visione di ciò che noi vogliamo rappresentare, delle emozioni che un essere inventato di sana pianta può provare, rappresentarlo nella sua intima natura, una natura fuori della norma, lontano da ciò che noi conosciamo e, come se ciò non bastasse, inserirlo in un insieme complesso e completo in cui ciò che fa e che prova sia credibile, verosimile.
A chi legge questo genere narrativo raccomando di non vergognarsene, perché il fantasy non ha nulla da invidiare ad altri generi, in quanto ognuno ha la sua peculiarità e la sua dignità. Non è più facile né più difficile di altri modi di scrivere. Richiede fatica e molta passione e tutto ciò lo si può assaporare quando si legge.
A chi scrive consiglio invece di rammentate le sue esperienze di lettore e farne tesoro, lo aiuteranno a ricordare ciò che è importante per conquistare il suo pubblico. Una cosa che reputo importante perché ciò accada è non perdere di vista l’originalità, l’unicità della storia e dei suoi personaggi per essere facilmente riconoscibile tra i tanti scrittori che ormai affollano il web e le librerie con le loro opere.
Non scrivete mai ciò che avete letto da qualche parte, non scopiazzate, non sarebbe giusto usare spudoratamente l’immaginazione di un altro facendola passare per vostra.
L’originalità e l’onestà sono basilari, e non solo in questo genere narrativo.
Amiamo o abbiamo amato scrittori più o meno famosi perché hanno toccato il nostro cuore e la nostra fantasia in modo particolare: questo dovremmo riuscire a fare anche noi.
Marina Lisi
Marina Lisi
Scrivere un romanzo fantasy
Amalia Santiangeli, l’amore e la scrittura
Il sito di Pennadoca è stato un punto di riferimento importante per me. Molti anni fa, proprio qui condividevo poesie e racconti con gli altri autori e poi, quando ho fondato la mia casa editrice, proprio fra quegli autori ho trovato Amalia Santiangeli, una scrittrice che ha fatto dell’amore, nella vastità dei suoi significati, l’oggetto […]