“Reflex”, un ebook di Sylvia Noir
Sylvia è una nuova amica che ci chiede di poter segnalare le sue opere su Penna d’Oca. Sono ben felice di accontentarla, e lo sono doppiamente perché ho scoperto che pubblica con Narcissus.me, una realtà che apprezzo molto quanto a professionalità, creatività e simpatia.
Oggi vi però vi raccontiamo “Reflex”, la sua opera prima, disponibile in formato ebook su Bookrepublic, sperando che Sylvia ci voglia parlare anche dei suoi lavori successivi.
Come sempre, vi invito a leggere e a commentare sul sito questo libro!
… Anno 1932, in terra salentina, conosciamo Grazia, fotografa di moda, dal passato sofferto a causa della malattia mentale della madre, che l’ha portata al suicidio quando Grazia era ancora piccola.
Il ricordo di quel triste giorno resta immortalato in una foto che la bimba ha scattato con la sua prima macchina fotografica e che ritrae il viso della madre prima di gettarsi nel mare in tempesta.
Grazia farà della fotografia la sua passione, il filtro per entrare nell’anima delle persone, il modo per conoscere gli ambienti sofisticati della moda dell’epoca e delle luci del cinema, che in quel periodo vede il passaggio dal muto al sonoro.
Però le fotografie che più sente sue sono quelle scattate nell’ospedale psichiatrico di Roma, in cui ogni scatto, ogni scheda del paziente, la trasporta nell’inquietudine dei malati di mente.
Grazia è una donna tormentata, in cerca dell’amore di un uomo speciale, che prima s’incarna in un proprietario terriero delle campagne salentine e poi in un personaggio complesso di nome Frank, conosciuto su un un set cinematografico a Roma.
E’ una donna passionale e generosa, al punto di adottare Ines, la bimba che lei non può avere perchè sterile e che la seguirà da Lecce a Roma seduta al suo fianco su una fiammante Cadillac rossa…
Il resto scopritelo voi!
Nel Salotto di Ersilia Caetani Lovatelli
Il 17 ottobre 2014, la casa editrice flower-ed ha aperto le porte di un nuovo luogo virtuale, “Il Salotto di Ersilia”: questo il nome scelto per la collana ideata per ospitare i lavori di Ersilia Caetani Lovatelli, in un progetto di digitalizzazione atto a preservare, valorizzare e diffondere i suoi studi. Un luogo di cultura in cui riscoprire i tesori che l’autrice ha prodotto nel corso della sua vita operosa e in cui riprendere l’immagine affascinante di quel salotto reale, che la contessa fece divenire punto di incontro importante per gli artisti e i letterati dell’epoca, italiani e stranieri: Mommsen, Gregorovius, Pigorini e molti altri.
“I giardini degli Acilii”, “La Casa Aurea di Nerone” e “Amore e Psiche” sono i primi tre titoli ospitati nel Salotto e rappresentano le prime edizioni digitali vere e proprie di quei testi, costruite con la cura e l’attenzione che sempre sono richieste nella trasmissione del sapere.
Posso dire con soddisfazione che i lettori hanno molto apprezzato questa iniziativa e che i primi tre titoli sono stati molto richiesti. Stiamo già lavorando alle prossime uscite, ma preferiamo ufficializzare i titoli uno alla volta: procediamo a piccoli passi, per realizzare un prodotto che sia di pregio e qualità.
Curatore della collana insieme a me è Tommaso Alessandroni, profondo conoscitore degli studi di Ersilia Caetani Lovatelli ed eccellente investigatore nella ricerca delle fonti, tra biblioteche, librerie antiquarie e archivi privati. Dovete immaginarci proprio così: tra vecchi libri, fogli e computer, mentre lavoriamo per dare nuova luce a queste perle del passato, mettendo insieme l’amore per la storia e l’utilità delle nuove tecnologie.
“Nella radice, per la quale ha vita il fiore” è il motto della nostra casa editrice e contiene tutto il nostro impegno: esprimere i contenuti tradizionali in forme nuove, conservare e valorizzare la memoria storica, difendere gli spazi lenti e profondi dello studio e dell’anima.
I giardini della gens Acilia si trovavano a Roma, nella zona del Pincio. Tra i ritrovamenti e le iscrizioni, la storia e le superstizioni, in un confronto continuo fra antico e nuovo, Ersilia Caetani Lovatelli ci conduce in una passeggiata nel tempo e nello spazio: una narrazione fluida e piacevole, in cui l’archeologa mescola abilmente tecnica e meraviglia, stimolando la lettura, la ricerca e persino un ritorno sui luoghi descritti.
Formati: EPUB +MOBI
ISBN: 978-88-97815-36-5
Anno: 2014
La Casa Aurea (Domus Aurea) era quella grande villa urbana fatta edificare da Nerone in seguito all’incendio che, nel 64 d.C., devastò Roma per nove lunghi giorni.
Ersilia Caetani Lovatelli descrive la figura dell’imperatore romano, seguendo l’opinione comune di fine Ottocento che lo vede come un folle incendiario, e illustra la costruzione della sua più famosa residenza, tra le polemiche e l’ammirazione dei suoi contemporanei. Allo stesso tempo, l’archeologa mostra i cambiamenti dei costumi romani nel corso degli anni, facendo riferimento proprio alle residenze più ricche e importanti dell’Urbe.
Il presente studio offre un’esposizione agile e curata, ricca di dettagli, aneddoti e curiosità.
Formati: EPUB +MOBI
ISBN: 978-88-97815-38-9
Anno: 2014
Il mito di Amore e Psiche racconta una favola bellissima, ricca di quei simboli che sono stati riproposti in vario modo sia nell’arte antica che in quella più recente. La vicenda, che “principia a guisa di una novella di fate”, la conosciamo già tutti per averla letta in Apuleio, ma ciò di cui dobbiamo essere grati all’autrice è l’indagine sugli aspetti religiosi, simbolici e artistici legati a questa affascinante e misteriosa storia. Ancora una volta, vi affidiamo alle parole della contessa, certi che ne rimarrete incantati e che, una volta terminata la lettura, vorrete ricercare le opere da lei descritte e tornare a leggere di quel mito antico.
Formati: EPUB +MOBI
ISBN: 978-88-97815-39-6
Anno: 2014
Ersilia Caetani Lovatelli (Roma, 12 ottobre 1840-Roma, 22 dicembre 1925). Di famiglia nobile, era figlia di Callista Rzewuska e Michelangelo Caetani. Suo istitutore fu Ignazio Guidi, grazie al quale si avvicinò allo studio del latino, del greco e del sanscrito. Nel 1859 sposò Giacomo Lovatelli e, nello stesso periodo, si avvicinò agli studi archeologici. Nel 1879 entrò a far parte dell’Accademia dei Lincei, prima donna ad accedervi. Aprì le porte del suo salotto a studiosi, artisti e letterati, rendendolo un punto di riferimento importante per il confronto e lo scambio di idee.
InediTO – Premio Colline di Torino 2015 (14^ edizione)
Riceviamo e pubblichiamo:
L’Associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) bandisce la XIV edizione del concorso letterario nazionale InediTO – Premio Colline di Torino 2015 inserito nell’ambito della manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il premio si pone l’obiettivo di scoprire e promuovere nuovi autori attraverso sezioni dedicate alla narrativa, alla poesia, al teatro, al cinema e alla musica, grazie a un ricco montepremi, dando la possibilità ai vincitori delle sezioni Narrativa-Romanzo e Poesia di pubblicare l’opera attraverso il coinvolgimento di editori qualificati. Inoltre vengono conferite delle menzioni per ogni sezione e i premi speciali “Strade di Colori e Sapori” in collaborazione con i Comuni delle Colline di Torino e “InediTO Young” ad un autore minorenne promettente in collaborazione con Aurora Penne. In questi anni hanno aderito alla pubblicazione, tra gli altri, gli editori Ladolfi, Raffaelli, Felici Editore, La Vita Felice e Anordest, mentre sono stati interessati, tra gli altri, Sperling & Kupfer, Sellerio, Bompiani, Einaudi, Mondadori e Minimum Fax. Attraverso la pubblicazione con Anordest del romanzo I cavalli delle giostre vincitore della Sezione Narrativa 2013, Antonio Gentile, membro della nostra giuria, si è aggiudicato il prestigioso Premio Carver 2014 che premia i libri migliori senza guardare il nome dell’autore o il marchio editoriale. Un riconoscimento che conferma InediTO quale concorso talent scout e traghettatore verso il mondo dell’editoria. Il prestigio del concorso, diventato un punto di riferimento in Italia tra i concorsi nazionali per opere inedite, è cresciuto di anno in anno, testimoniato dal numero sempre crescente di iscritti da tutta Italia e dall’estero (Usa, Europa, Australia, Asia), dalla qualità delle opere premiate, dal riscontro dei media e dalle personalità che hanno ricoperto il ruolo di presidenti (Egi Volterrani, Sergio Zoppi) e di membri della giuria (tra i quali Umberto Piersanti, Luca Bianchini, Paola Mastrocola, Gian Luca Favetto, Mario Baudino, Andrea Bajani).
Il Premio, presieduto dal 2013 dal poeta Davide Rondoni, avrà da quest’anno il patrocinio della Città di Torino, mentre da diversi anni ottiene il contributo e il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, diventata Città Metropolitana di Torino e dei 10 comuni delle Colline di Torino coinvolti nell’iniziativa (Chieri, Pino T.se, Santena, Poirino, Pecetto, Cambiano, Baldissero, Andezeno, Moncucco e Moriondo). Inoltre il concorso riceve il sostegno della Fondazione CRT e della Camera di Commercio di Torino; il contributo di Legacoop Piemonte; la partnership con il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza; ed è gemellato dallo scorso anno con il concorso letterario U.G.I. (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, cui sarà devoluto parte del ricavato delle iscrizioni). Media partner del concorso sono invece il periodico «Torino Magazine» e il settimanale «News Spettacolo». InediTO si svolgerà da ottobre del 2014, in occasione della pubblicazione del bando, fino a maggio del 2015, quando avverrà la proclamazione dei vincitori al Salone Internazionale del Libro di Torino e la premiazione attraverso la rassegna di reading organizzata in alcuni dei comuni aderenti, in collaborazione con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura di Torino e il Salone OFF, con il coinvolgimento di ospiti illustri (tra i quali hanno partecipato nelle scorse edizioni Franco Branciaroli, Alessandro Haber, Francesco Baccini, Arturo Brachetti, Giorgio Conte, David Riondino, Sara D’Amario).
REGOLAMENTO BANDO
ART. 1 – ISTRUZIONI PER LE VARIE SEZIONI DEL CONCORSO
Il concorso si articola in sei sezioni a tema libero.
POESIA: inviare da sei a dodici poesie di non oltre 40 versi ciascuna estratte da una raccolta organica; NARRATIVA–ROMANZO: inviare un romanzo o una raccolta di racconti organica che non superino le 600.000 battute (corrispondenti a 200 pagine di 40 righe e 75 battute ciascuna); NARRATIVA–RACCONTO: inviare un racconto che non superi le 60.000 battute (corrispondenti a 20 pagine di 40 righe e 75 battute ciascuna); TESTO TEATRALE: inviare un testo (copione) atto a rappresentazione teatrale che non superi le 210.000 battute (corrispondenti a 70 pagine di 40 righe e 75 battute ciascuna); TESTO CINEMATOGRAFICO: inviare un testo (sceneggiatura) atto a rappresentazione cinematografica che non superi le 150.000 battute (corrispondenti a 50 pagine di 40 righe e 75 battute ciascuna); TESTO MUSICALE: inviare da tre a sei testi di canzoni di non oltre 40 versi ciascuno.
ART. 2 – PARTECIPANTI
Possono partecipare al concorso gli autori di qualsiasi nazionalità. Le opere presentate dovranno essere esclusivamente in lingua italiana e inedite, ossia mai pubblicate con un editore fino alla premiazione. Saranno accettate opere auto pubblicate attraverso i portali on-line oppure su giornali, riviste, antologie e su internet. Sono escluse le opere specifiche per l’infanzia. I concorrenti possono iscriversi contemporaneamente, con opere differenti, a due o più sezioni del concorso, pagando le relative quote di partecipazione.
ART. 3 – MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
La quota di partecipazione è di 30 € (20 € per l’iscrizione a ogni altra sezione), valida anche come quota associativa in qualità di socio sostenitore per l’anno 2015 dell’Associazione culturale Il Camaleonte. La quota può essere allegata all’opera in contanti, oppure versata tramite bonifico sul c/c bancario n° 82527 intestato a “Associazione culturale Il Camaleonte”, presso la Banca del Piemonte di Chieri, IBAN: IT89G0304830360000000082527. Per bonifici dall’estero usare il codice Bic: BDCPITTT. I partecipanti devono inviare unitamente, pena l’esclusione dal concorso: la ricevuta del bonifico, una copia dell’opera fascicolata (i manoscritti e qualsiasi tipo di elaborato non verranno in nessun caso restituiti al termine del concorso). Ogni copia deve includere sul frontespizio il titolo, il nome e il cognome o pseudonimo dell’autore. Nel documento d’iscrizione (che è possibile scaricare dalla pagina dedicata al premio sul sito dell’associazione) devono essere riportati: i dati dell’autore (nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo di residenza, recapiti telefonici e email), la sezione a cui l’opera è iscritta, la dichiarazione di paternità dell’opera riportando che non è mai stata pubblicata da alcun editore e la liberatoria relativa ai diritti in materia di privacy, con firma del dichiarante, così formulata: “Io sottoscritto/a (nome e cognome) autorizzo l’Associazione culturale Il Camaleonte all’uso dei miei dati personali ai sensi della legge 675/96 ai soli fini del concorso”. È richiesto inoltre un curriculum. Solo successivamente, i finalisti selezionati dal Comitato di Lettura dovranno spedire per le sezioni Narrativa-Romanzo e Testo-Teatrale 4 copie dei manoscritti e per le altre sezioni inviare via mail un unico file in formato word o pdf contenente le opere presentate.
Le opere devono pervenire (farà fede il timbro postale) ENTRO IL 31 GENNAIO 2015 al seguente indirizzo:
FERMO POSTA IL CAMALEONTE, C.SO MATTEOTTI, 10023 CHIERI (TO)
ART. 4 – SVOLGIMENTO
Saranno ammesse alla fase finale del concorso le opere considerate meritevoli dal Comitato di Lettura il cui elenco comparirà a marzo sul sito dell’Associazione www.ilcamaleonte.info/inedito-premiocollineditorino. La Giuria nominerà un vincitore assoluto per ogni sezione del concorso (a meno che non venga ravvisata l’inadeguatezza di tutti i testi, nel qual caso il premio non verrà assegnato). Saranno poi assegnate menzioni per ogni sezione agli autori giudicati promettenti. Il giudizio del comitato di lettura e della giuria è insindacabile e inappellabile. La giuria si riunirà per decretare le opere vincitrici entro aprile. Farà seguito la comunicazione personale agli autori delle opere premiate e menzionate, i cui nominativi saranno inseriti sul sito dell’Associazione.
La proclamazione dei vincitori si terrà a MAGGIO al SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2015 e nei COMUNI DELLE COLLINE DI TORINO
ART. 5 – PRESIDENZA, COMITATO D’ONORE E DI LETTURA,GIURIA
Presidente del concorso è Davide Rondoni (poeta). Il Comitato d’onore è composto da: Flavia Cristiano (direttrice “Centro per il Libro e la Lettura” MIBAC), Sergio Chiamparino (presidente Regione Piemonte), Piero Fassino (sindaco Città di Torino), Francesca Bocca (assessore alla cultura Chieri), Paolo Pellegrini (consigliere delegato alla cultura Pino T.se), Roberto Ghio (vice sindaco Santena), Mariangela Marocco (assessore alla cultura Poirino), Annalisa Falchero (assessore alla cultura Pecetto), Aurora Grassi (assessore alle cultura Cambiano), Carlo Corinto (sindaco Baldissero), Franco Gai (sindaco Andezeno), Giuseppe Grande (sindaco Moriondo), Luigi Rigon (sindaco Moncucco), Antonio Maria Marocco (presidente Fondazione CRT), Vincenzo Ilotte (presidente Camera di Commercio Torino), Giancarlo Gonella (presidente Legacoop Piemonte), Rolando Picchioni (presidente Fondazione per il Libro, la Musica, la Cultura e Salone del Libro Torino), Luca Beatrice (critico d’arte, presidente Circolo dei Lettori Torino).
La Giuria è suddivisa tra le varie sezioni. Poesia: Francesco Napoli (critico letterario, saggista e giornalista «Studi Cattolici», «Gazzetta di Parma»), Daniele Mencarelli (poeta, editor «Rai Uno» alla fiction), Riccardo Olivieri (poeta, vincitore di InediTO 2007), Maurizio Mattiuzza (poeta, vincitore InediTO 2014); Narrativa-Romanzo: Aurelio Picca (scrittore), Natascia Pane (literary manager & talent coach Agenzia Contrappunto), Antonio Gentile (scrittore, vincitore InediTO 2013), Eva Taylor (scrittrice, vincitrice InediTO 2014); Narrativa-Racconto: Luca Ragagnin (poeta, scrittore), Massimo Tallone (scrittore, direttore artistico Scuola di Scrittura F.L.L. “Facciamo La Lingua” Torino), Valentina Diana (scrittrice, autrice teatrale), Francesca Pirrone (scrittrice, vincitrice InediTO 2014); Testo Teatrale: Michele Di Mauro (attore, regista), Marco Cavicchioli (attore, regista, drammaturgo, docente di recitazione Scuola “Galante Garrone” di Bologna), Daniele Ronco (attore, drammaturgo, direttore artistico Compagnia “Mulino ad Arte”), Silvia Pietrovanni (scrittrice, vincitrice InediTO 2014); Testo Cinematografico: Davide Ferrario (scrittore, regista), Steve Della Casa (critico cinematografico, direttore RomaFictionFest), Sara Benedetti (copywriter, sceneggiatrice e docente «Scuola Holden» Torino), Renzo piccoli (scrittore, vincitore InediTO 2014); Testo Canzone: Giordano Sangiorgi (Presidente del M.E.I. “Meeting delle Etichette Indipendenti” Faenza), Fabio Gallo (giornalista «Rockerilla», promoter «L’Altoparlante»), Fabio Licata (giornalista, direttore «News Spettacolo»), Chiara Ragnini (cantautrice, vincitrice InediTO 2014).
Il Comitato di lettura è composto da: Valentino Fossati (poeta, drammaturgo), Valentina Malcotti (scrittrice, blogger «nonvale.blogspot.it» e collaboratrice «sulromanzo.it»), Simone Vittorini (scrittore, laureando in Comunicazione dei Media Università degli Studi Torino), Simone Menzio (sceneggiatore, laureando in Scienze della Formazione Università degli Studi di Torino), Angelica Calliope Tafuro (attrice, laureanda in Letterature Comparate Università degli Studi di Torino), Valerio Vigliaturo “Lio Manni” (cantante, direttore «CHierioggi», scrittore, presidente Associazione Il Camaleonte).
ART. 6 – PREMI
POESIA: 1° premio Contributo alla pubblicazione di 1.000 €
NARRATIVA-ROMANZO: 1° premio Contributo alla pubblicazione di 1.500 €
NARRATIVA-RACCONTO: 1° premio 500 €
TESTO TEATRALE: 1° premio 500 €
TESTO CINEMATOGRAFICO: 1° premio 300 €
TESTO CANZONE: 1° premio 300 € e partecipazione al M.E.I. di Faenza 2015
PREMIO SPECIALE “Strade di Colori e Sapori”: Contributo alla pubblicazione di 300 € in collaborazione con i Comuni delle Colline di Torino assegnato ad un’opera che tratti il tema del paesaggio e del territorio (anche immaginario)
PREMIO SPECIALE “InediTO Young”: penna stilografica offerta da Aurora Penne ad un autore minorenne promettente
ART. 7 – PUBBLICAZIONI
Le opere vincitrici delle sezioni Narrativa-Romanzo e Poesia giudicate meritevoli dalla giuria saranno pubblicate attraverso una casa editrice convenzionata. L’Associazione non acquisisce alcun diritto alla paternità delle opere (diritto d’autore), ad eccezione di parte dei diritti di sfruttamento (editoria, filmografia, ecc.) delle opere pubblicate, in accordo con l’autore, svolgendo il ruolo di intermediario nella gestione dei rapporti e delle fasi contrattuali con gli editori qualificati a cui sarà devoluto il contributo alla pubblicazione a parziale sostegno per la stampa e la promozione dell’opera. Inoltre, verranno segnalate alle case editrici contattate altre opere tra quelle finaliste al concorso idonee ad essere pubblicate.
Il bando potrà subire integrazioni durante il suo svolgimento.
Per quanto non previsto dal Regolamento le decisioni spettano autonomamente all’Ente promotore.
Ente promotore
Associazione culturale Il Camaleonte Segreteria organizzativa e pubbliche relazioni (Martine Rollandin, cell. 333.6063633, info@ilcamaleonte.info)
WWW.ILCAMALEONTE.INFO
“Cronache maledette”: incontro con gli autori
“Cronache maledette” è un’opera nata dalla fantasia, dall’ingegno e dal talento degli scrittori di fantasy della casa editrice flower-ed: Marina Lisi (autrice di “Viola. Il Dono dell’Ambra”, “Viola. Il Bracciale del Comando” e “Scrivere un romanzo fantasy”), Monica Ricci (autrice di “Fiamma”), Ilenia Di Carlo (autrice di “Dannatamente tua” e “Sacrilegio”), Giusy Amoruso (autrice di “Angeli dannati”) e Mattia Spirito (autore di “Dopo il tramonto”).
Marina Lisi, Monica Ricci, Ilenia Di Carlo
Giusy Amoruso, Mattia Spirito
Cronache maledette
Vorrei ora lasciare la parola a loro, rivolgendo una domanda ciascuno riguardo l’opera che li ha visti lavorare insieme.
Marina, il tuo racconto apre l’e-book immergendo immediatamente il lettore in un’atmosfera magica. “Il Bardo” evoca, infatti, il mondo celtico, in quanto antico cantore di epiche imprese. Cosa rappresenta per te oggi questa figura così importante dell’antichità?
Marina: Vedi, come tu giustamente hai sottolineato, il personaggio principale del mio racconto altro non è che una figura rappresentativa del mondo celtico, a me così caro, lo stesso mondo di Viola, la guaritrice, la sacerdotessa, colei che ha potere di sollevare dai dolori chi ne è afflitto o condannare senza appello chi lo merita. Lo stesso popolo celtico per i quali era così importante il Coal àit, il tempo di mezzo in cui si incontrano i personaggi del mio breve racconto. Un mondo a cui più volte mi sono ispirata e in cui il Bardo, poeta, giullare di corte rappresenta la memoria di cose antiche. Un saggio, un poeta che aveva il compito di informare, ricordare, memorizzare e utilizzare le parole, accompagnate dal suono del suo strumento, per rievocare fatti, leggende, miti e non solo.
La sua era una missione che lo portava a servirsi della sua bravura nel comporre versi per raccontare eventi successi in tempi e terre remote, facendo amare o odiare questo o quel personaggio del racconto, enfatizzando atti eroici o denigrando chi non meritava onori e gloria.
Tutto questo mi affascina; l’affabulazione della parola è di per sé una magia che ho sempre amato, la stessa che ieri mi spingeva a divorare libri per farmi incantare da essa e che oggi mi porta a trasmettere emozioni scrivendo, cercando di riprodurla proprio come facevano i Bardi celtici.
Questo innamoramento per il potere delle parole mi ha portato più volte a rimanere invischiata in tentativi, più o meno riusciti, di portare a galla, e rendere visibile, chiaro, ciò che con esso si può creare.
La facilità con la quale un Bardo riusciva a suscitare emozioni, sensazioni in chi lo ascoltava desta in me una profonda invidia, nel senso bonario della parola. Sì, proprio di questo sono innamorata, di come sapevano e potevano gareggiare in bravura nell’utilizzo magistrale della parola, nella magia dei loro racconti, nel gestire agevolmente quel potere che ogni scrittore cerca e prova a servirsi nei suoi scritti.
Per questo, e non solo per questo, ho voluto che il personaggio del Bardo iniziasse la lunga maratona dei nostri racconti: quello mio e quelli dei miei amici, autori fantasy della flower-ed.
Chi più di un Bardo poteva esorcizzare e rendere fruibile la magia che necessariamente doveva scorrere nei nostri racconti?
Spero di esserci riuscita dando il mio contributo di “anziana” del gruppo, un po’ un’apripista dei giovani rampolli della flower-ed con grandi potenzialità e aspirazioni.
Per ultimo voglio augurare a tutti quelli che vorranno curiosare tra le pagine di “Cronache Maledette” di poter cogliere la magia delle parole che ogni uno di noi ha utilizzato nel suo personale e unico modo.
Il racconto di Monica, “Il cacciatore di cervi”, mostra un’atmosfera analoga, quasi fiabesca. Anche in questo caso compare un riferimento al mondo celtico, essendo il cervo animale dal forte valore simbolico e spirituale. Come hai ideato il tuo personaggio e il mondo pieno di difficoltà in cui si trova a vivere?
Monica: Il cervo è un animale molto simbolico nel mondo celtico, in molti miti compare come messaggero. La femmina invece è utilizzata con il compito di condurre il cacciatore verso il mistero della foresta.
Nel mio racconto il cacciatore è un personaggio che, in un mondo dove la caccia era importante, pensa che sia l’unico modo per riuscire a portare a casa qualcosa da mangiare. Ho pensato di creare una connessione tra preda e predatore, dove entrambi dovevano lottare per vivere. Così ho pensato che un cervo fosse l’animale migliore, che potesse incarnare meglio la volontà di sopravvivere in una natura molto pericolosa.
Per il cacciatore invece volevo creare un personaggio che non amasse davvero uccidere, lui vuole solo poter portare a casa qualcosa da mangiare per sé e per la madre. Non gli piace lo spreco, caccia quel tanto che gli serve ad andare avanti.
Dunque nel mio racconto ho voluto far sentire le emozioni che potevano esserci tra natura e uomo, tra la preda e il predatore, in un mondo dove per sopravvivere bisognava impegnarsi a fondo e riuscire a superare continuamente se stessi.
Ilenia, con il tuo racconto, “Isobel”, si chiude il ciclo di tre storie intitolato “La maledizione” e proprio attraverso la protagonista tutti gli elementi messi in gioco da Marina e Monica acquistano davvero un senso: personaggi, destini, amori sfortunati. Com’è stato indossare i panni di questo personaggio così particolare?
Ilenia: Isobel, la dolce e innocente strega bianca tramutatasi inevitabilmente in una creatura oscura e dai pericolosi poteri demoniaci è stato uno dei personaggi più divertenti, ma nello stesso tempo più difficili di cui abbia mai scritto.
L’idea di identificarmi in lei in questa simpatica raccolta di racconti è stata strana, non saprei come altro definirla, a tratti quasi inquietante. Quando io, Marina e Monica, che insieme a me fanno parte di quella che ormai mi piace tanto definire una seconda famiglia, la casa editrice flower-ed, ambiente amichevole in cui si riesce a ridere e scherzare ma anche a collaborare con gioia e tranquillità, abbiamo deciso di dar vita a questo ciclo di racconti volevamo creare una storia in perfetto stile fantasy ma che in un certo senso riuscisse anche a legarsi alla realtà di tutti i giorni e non solo ai tempi che furono. Amori non corrisposti, gelosie e vendetta sono perciò gli ingredienti principali di questa triste favola che legati insieme mi hanno spinta ad analizzare a fondo certi umani sentimenti, a provare a comprendere davvero cosa scatti nella mente di una persona quando questa subisce un torto più o meno grave. Isobel era quello che ogni ragazza di buona famiglia doveva essere.
La sua indole tranquilla, a tratti quasi timorosa l’aiutava a custodire gelosamente il suo ingombrante segreto, impedendole di accostarsi ai giochi pericolosi delle sue coetanee che si limitava invece a seguire da un angolo nascosto del fitto bosco, lontana da occhi indiscreti. Ma la curiosità è donna e Isobel si avvicinava ogni giorno di più a quella meravigliosa seppur complicata condizione, complici i primi batticuori tipici della sua giovane età.
Ma fin dove può spingersi un cuore spezzato, un’anima candida che ha perso tutto ciò in cui credeva e sperava? Rispondere a questi interrogativi attraverso gli occhi di Isobel è stato come immergersi in un mondo tutto nuovo, provando per un attimo a spogliarsi di se stessi e della propria personalità, di tutto ciò che di reale ci circonda, per vestire i panni di qualcun altro. Di qualcuno che appartiene a un piccolo e affascinante universo, così lontano da quello a cui siamo abituati. Un universo in cui tutto è possibile.
In fondo è questo che facciamo noi inguaribili sognatori: ci perdiamo in mille vite pur vivendone una sola.
L’ultima domanda la rivolgo a Giusy e Mattia insieme, perché insieme hanno creato il racconto lungo “Cuori nelle tenebre”, magnifica storia di vampiri che narra le vicende di Elettra Melzi e Drake dal 1881 fino ai nostri giorni. Ritengo che nella scrittura di una storia ideata di concerto tra due autori la cosa più difficile sia trovare l’armonia, trattandosi comunque di due penne, due anime distinte e differenti. È stato così? Raccontateci la vostra esperienza.
Giusy: Inizio subito sottolineando che da quando sono entrata a far parte del “gruppo fantasy” di flower-ed la mia passione per la scrittura si è estesa a un livello più alto. Questo perché ho trovato, in primis con la mia editrice Michela Alessandroni e successivamente quando ho avuto la fortuna di conoscere tutti gli altri autori del fantasy, una magica armonia, che mi ha permesso di conciliare interessi e divertimento.
Lavorando al racconto “Cuori nelle Tenebre”, insieme a Mattia Spirito, ho scoperto quanto un racconto fantasy possa evolversi in uno spazio infinito. Nel momento in cui Michela ci ha proposto di lavorare a un progetto tutti insieme, in un attimo nella mia mente è nata la storia, ho pensato che narrare la stessa vicenda vista da occhi diversi, sarebbe stata un’idea originale.
Durante la stesura e quindi nell’interazione con Mattia, si è realizzato esattamente quello a cui avevo pensato; immedesimandomi in Elettra, nei miei scritti la storia ha raggiunto più una sfumatura romantica; del resto tutti i romanzi che scrivo seguono un tema predominante: l’amore. “Angeli Dannati” ne è l’esempio, lo definisco con una frase che prediligo: A cosa si è disposti a rinunciare pur di stendere le pieghe del cuore?
Tornando a “Cuori nelle Tenebre” la penna di Mattia, diversamente, ha reso gli avvenimenti più cruenti e ricchi d’azione, come solo lui avrebbe potuto fare: ha una personalità molto forte e combattiva e lo si evince nei suoi lavori.
Sono molto soddisfatta del lavoro finito, e aggiungo che lavorare con Mattia si è rivelata un’esperienza molto preziosa, l’armonia è nata sin dalle prime righe e l’ironia, che contraddistingue il nostro rapporto, ha reso il tutto più piacevole.
Mi piacerebbe ripetere un’esperienza simile e mi auguro di non dover attendere molto.
Mattia: È stato non poco difficile. Piccole difficoltà che riguardavano le coincidenze dei personaggi e dei loro spostamenti erano le cose più ardue da tenere sotto controllo, altrimenti sarebbero venuti fuori dei buchi di trama allucinanti. Ma, dopo alcune modifiche persino alla storia, siamo riusciti, passo passo, a tessere il mosaico senza alcun errore. La collaborazione con Giusy Amoruso è stata un’esperienza molto piacevole e divertente, soprattutto per la sua simpatia, ed è stata una collaborazione fruttuosa per la sua minuziosità nei dettagli che ci ha permesso appunto di scrivere al meglio l’intera trama e i vari trascorsi sotto l’occhio di Elettra e di Drake: due punti di vista paralleli, ma sovente differenti.
Buona lettura a tutti!
Ilenia di Carlo: una storia d’amore e di coscienza, un “Sacrilegio”
È stato il mio primo, vero esperimento nel segno del fantasy, una seria immersione in questo magico mondo che, fin dalla più tenera età, mi ha sempre tanto affascinato e che mi ha spinto a considerare l’idea di tirarlo finalmente fuori dal cassetto della mia scrivania, dove ormai da un po’ stava riposto, per riportarlo alla luce che meritava di vedere e provare a mostrarlo al mondo intero, o a chiunque avesse voluto “ascoltare” il suono delle sue pagine, forse troppe volte ripiegate e scarabocchiate dalla sottoscritta. Sì, sto parlando del mio nuovissimo romanzo fantasy, “Sacrilegio”, che solo da qualche giorno è approdato in quella che ormai considero come una seconda famiglia: la casa editrice flower-ed capitanata dalla bravissima Michela Alessandroni, che, fin da subito, ha saputo mostrarsi un’ottima consigliera ma soprattutto un’amica, così come il resto del gruppo di cui ormai faccio parte, con il quale ho instaurato presto un forte legame che sembra spesso superare i chilometri che ci dividono inevitabilmente, visto che molti di noi vivono in città diverse. “Sacrilegio” è nato inaspettatamente, così come tutti i romanzi che mi diverto a scrivere, forse in seguito a una semplice riflessione sulla vita in generale e su quel grande, affascinante universo che tutti noi ci portiamo dentro e con il quale molte, troppe volte ci ritroviamo ben presto a fare i conti: la nostra coscienza. Ma cos’è veramente la coscienza? Probabilmente solo un’astrazione che rappresenta l’aspetto autocritico dell’animo umano. È la voce alla quale ci troviamo a rispondere alla fine di ogni giornata, la reale consapevolezza di tutto ciò che avviene dentro di noi, una splendida unione di ricordi, sentimenti e sensazioni che conosciamo bene. È il nostro vissuto, l’hic et nunc di tutte le cose o, come affermava Husserl, è l’orizzonte che contiene ogni cosa. Unione indissolubile tra anima, corpo e mente. Nel bene e nel male. Ma cosa succederebbe se all’improvviso e quando meno ce lo aspettiamo questi due mondi, così diametralmente opposti eppure così connaturati alla vita, finissero per incontrarsi e mescolarsi divenendo pian piano un tutt’uno e creando intorno una grande, d’un tratto inspiegabile confusione cambiando l’ordine di tutte le cose? È quello che ho provato a immaginare in “Sacrilegio”, raccontando a volte in chiave un po’ ironica e fiabesca le vicende di un angelo custode di nome Shiny e della sua crudele controparte, Tristan, un demone spietato che fin da subito tenta in tutti i modi di metterle i bastoni fra le ruote ma che, poco alla volta, si accorge di provare un forte sentimento per questa giovane creatura alata, da sempre sua acerrima nemica. Sentimento peraltro ricambiato e che lentamente sfocia in un’intensa e struggente storia d’amore alla quale i nostri due protagonisti finiscono per cedere, ma che porterà inevitabilmente a serie e pericolose conseguenze che entrambi saranno costretti ad affrontare e che presto, molto presto li metterà di fronte a una scelta. Una scelta difficile, seppur necessaria…
Angeli o demoni, dunque? Giusto o sbagliato? A voi tutti, lieta con questo romanzo di regalare anche un pezzo del mio cuore.
Ilenia Di Carlo
Ilenia Di Carlo
Sacrilegio
“Il quaderno di Eva”, la nuova opera di Elena Magnani.
Un’opera letteraria originale che offre un contesto e un’argomentazione del tutto diversa dalle solite.
Elena Magnani ha esordito con l’opera “Lucifer la stella del mattino” (Europa Edizioni) raccogliendo dei consensi interessanti, ma ha proseguito con un libro che farà davvero discutere e che, di sicuro, incuriosirà chi non conosce “la storia di Eva” attraverso la stesura di un vero e proprio quaderno, o quasi. Un titolo interessante, in primis: “Il quaderno di Eva” pubblicato dalla Parallelo45.
Ecco il link dedicato al libro: http://www.parallelo45edizioni.it/prodotto/quaderno-eva/ .
Storia che proveremo a scoprire in questa intervista all’autrice, tra realtà e finzione, tra vita e fantasia, ma non solo, con un occhio di riguardo al pubblico che apprezza le scrittrici come lei.
Salve Elena, benritrovata! Mi fa davvero piacere poter parlare della tua nuova opera letteraria, in primis perché riguarda un argomento molto interessante e, per certi aspetti, diverso dai soliti. Quindi, va raccontato in un certo qual modo. Dicci innanzitutto cos’è questo “quaderno” e come è strutturato il libro.
RISPOSTA:
Grazie a te.
Il romanzo è strutturato come un diario, un quaderno sul quale molte voci si susseguono raccontando stralci di vita, sfogando la frustrazione e la rabbia. Le voci sono di donne con la sete di rivalsa, con la speranza di potersi creare una vita migliore. Chi entrerà in possesso di questo misterioso quaderno sarà messa davanti ad una scelta, continuare a vivere la propria triste esistenza o ribellarsi. Il quaderno è fatto per agire, serve per dare forza e coraggio, per attuare la propria vendetta.
“Il quaderno di Eva” è una storia vera o meno?
RISPOSTA:
Solo chi ha trovato, usato e successivamente donato il quaderno, sa se si tratti di una leggenda metropolitana o di una storia vera, sussurrata davanti allo specchio o prima di addormentarsi. È un segreto custodito gelosamente da chi ha avuto tra le mani uno di questi quaderni gialli. Io posso solo dire che c’è molto di vero ne “Il quaderno di Eva”. Non sono solo personaggi, ma individui che hanno un volto e che potremmo anche incontrare per strada, non sapendo magari di aver letto la loro storia, la loro vendetta.
Ma chi è Eva?
RISPOSTA:
Eva potrebbe essere chiunque, potrei essere io, o tu, o chi leggerà questa intervista. Le donne che hanno ricevuto o che riceveranno uno di questi quaderni, saranno motivate, leggendo la storia della prima Eva e delle successive, a ribellarsi, a trovare una via d’uscita da una vita che non vogliono. Se poi il modo sarà non politicamente corretto, poco importa. Faranno ciò che devono per ottenere l’esistenza che vogliono. Diventano Eva, una donna che prende quel che vuole, senza chiedere, senza aspettare che capiti. Una donna che sa guardarsi allo specchio e perdonarsi, nonostante quel che ha fatto.
Come ha accolto questa storia la casa editrice che ti ha pubblicata?
RISPOSTA.
La Parallelo45 Edizioni ha avuto il coraggio di pubblicare una storia particolare. Qualcosa di veramente nuovo e spiazzante. Hanno creduto in questo libro sin dalla mia prima lettura, e non hanno cambiato niente del manoscritto originale. Sono grata a Cristiano Repetti e a Fabrizio Filios dell’opportunità datami. Non è semplice confrontarsi con temi così forti senza schierarsi, ma questo compito lo lascio ai lettori.
Infine anticipaci brevemente un aneddoto o una curiosità legata alla storia, qualcosa che non hai ancora rivelato.
RISPOSTA:
Quando mandai la prima email alla Parallelo45, non credevo che sarebbero stati interessati, o almeno pensai che sarebbero passate settimane prima di una loro risposta.. Questa leggenda metropolitana è inquietante, palpita di bene, ma è anche impregnata di male. Rimasi interdetta perché mi risposero lo stesso giorno, chiedendomi di mandare il resto del quaderno, ma la mia storia, l’ultima, non l’avevo ancora aggiunta al quaderno. Trascorsi i successivi due giorni a scrivere e tutto andò per il meglio.
E invitiamo tutti a scoprire “Il quaderno di Eva” in tutti i maggiori store on line e a ordinarlo in libreria.
Tiziana Iaccarino.
Amalia Santiangeli: la scrittura e il mistero della vita
Cari amici lettori,
ho deciso di condividere con voi alcuni brevi pensieri, che sono poi anche la risposta a una domanda che spesso mi viene posta: “Perché scrivi?“
Non si risolve tutto con un unico motivo; scrivendo fin da bambina, ciò che mi ha indotto volta per volta a prendere la penna e mettere nero su bianco qualcosa è cambiato negli anni.
Sicuramente la fantasia galoppante e la capacità di sognare e di immaginare hanno notevolmente concimato il terreno dei miei pensieri.
Fino a una certa età ho scritto per raccontare situazioni piacevoli, gioiose o per stemperare, diluire delle sofferenze e delle paure, legate soprattutto alla grave malattia di mia mamma che fin da quando avevo quattro anni è stata una costante pesante per lei e per noi che ci trovavamo impotenti osservatori, a volte annichiliti e frustrati.
Poi, e questo coincide più o meno, con la maturità, con il mio inizio del percorso coniugale e poi genitoriale, ho trovato tanti argomenti, tanti valori, tante situazioni, tante riflessioni di carattere psicologico, emozionale, religioso, sociale, politico che desideravo tramettere, comunicare, prima di tutto ai miei cari e poi a coloro che avrebbero potuto trarne un aiuto nelle propria quotidianità.
Così dapprima ho scritto alcuni articoli che sono stati pubblicati su riviste di piccola tiratura. Con il tempo mi sono lasciata sedurre (grazie anche all’esortazione di Michela Alessandroni di flower-ed, che mi ha trovata proprio qui su Penna d’Oca leggendo qualche mia novella e che ha già pubblicato molti miei e-book) dalla tentazione delle poesie, dei racconti, delle filastrocche, per poi arrivare a cimentarmi con i romanzi, scegliendo la tipologia dei romanzi rosa, inserendovi dentro delle situazioni semplici e comuni, incorniciandole con qualche riflessione personale fatta uscire dai dialoghi o dai pensieri dei personaggi dello scritto.
Così è stato per “Volando verso l’Australia” e ancora di più lo è per il romanzo da poco pubblicato da flower-ed “Scomparsa nel nulla“.
Mi piace trasmettere il mio credo nella sincerità, nella fedeltà, nell’attenzione, nell’onestà come pure comunicare che fatiche e dolori, onnipresenti compagne di vita, con speranza, coraggio, un pizzico di fortuna, fiducia e Amore si possono e si devono superare e vincere… anche se la vita rimane un mistero e a molte situazioni non si può dare risposta, non si può uscirne vincitori, se non con un’accettazione a cui solo Fede e Preghiera possono dare un senso.
Amalia Santiangeli
Amalia Santiangeli
Scomparsa nel nulla
Grimorio: magie e incantesimi
Rieccoci qui, ancora una volta a parlare di streghe e di tutti i vari aneddoti a esse correlati. Aneddoti spinosi, tosti e inquietanti, ma pur sempre misteriosi e affascinanti nella loro completezza. Ma che streghette saremmo se non nominassimo almeno una volta la parola Grimorio? Come? Vi state chiedendo cosa sia un Grimorio? Bè, vi capisco: in effetti, suona tanto come l’antipatico termine inglese Grime che altri non è che sinonimo di sporcizia. Ma niente paura, nessuno vuole tenere una lunga e noiosa lezione sulla raccolta differenziata e tutto quel che ne consegue, perché qui stiamo parlando di un libro. Già, proprio così. Ma mica un libro come tanti – nossignore – visto che il Grimorio non è altro che il leggendario libro degli incantesimi. Lo specchio dell’anima, la bibbia che ogni strega degna di questo nome dovrebbe possedere nella propria biblioteca (ben nascosto mi raccomando, dopotutto si tratta del custode dei segreti più intimi e personali), un contenitore di magia insomma, che racchiude incantesimi per creare talismani fatati o invocare entità soprannaturali a volte anche pericolose, liste di angeli e demoni e chi più ne ha più ne metta. Praticamente roba di tutti i giorni… Certo. Ma, scherzi a parte, qual è il reale significato di questo grosso e antico volume dalle pagine ingiallite? Dalla storia sappiamo che la parola Grimorio, chiamato anche Libro delle Ombre nella famosa serie televisiva Streghe, deriva dal francese antico Gramaire, che ha la stessa radice di Grammatica, e questo probabilmente perché verso la fine del Medioevo, epoca a cui risalgono queste antiche scritture, le grammatiche latine rappresentavano il fulcro degli studi scolastici, soprattutto quelli universitari che erano controllati dalla Chiesa, e per la maggioranza del popolo all’epoca più o meno analfabeta tutti gli altri libri erano considerati sinonimo di stregoneria. Tra i Grimori più conosciuti e gelosamente custoditi ricordiamo il celebre La Chiave di Re Salomone, detto anche Libro del Diavolo, proibito dalla Santa Inquisizione perché giudicato eretico, e Il Corvo Nero (o La Triplice Coercizione dell’Inferno) considerato uno tra i più diabolici e pericolosi perché creato per evocare e soggiogare gli spiriti al proprio potere. Un Grimorio può però essere anche ereditato e passare quindi di generazione in generazione, proprio come è successo a Allyson, la strega protagonista del mio romanzo fantasy Dannatamente tua (flower-ed 2013). La ragazza, infatti, ancora giovane e inesperta nel praticare la magia riceve in dono il libro degli incantesimi dalla nonna, che prima di morire glielo affida con la promessa di custodirlo sempre gelosamente e soprattutto di tenerlo lontano da occhi indiscreti. Scoprirà poi che quell’ingombrante volume, che dopo l’iniziale attimo di smarrimento e rifiuto diviene ben presto parte integrante della sua vita, è in realtà appartenuto alla sua antenata Nathalie, un’antica strega dotata di poteri sovrannaturali in grado di sconfiggere anche i demoni più potenti. Insomma, cosa possiamo dire? Il Grimorio somiglia tanto a quel diario segreto che tutte, almeno una volta nella vita, abbiamo tenuto e che forse alcune di noi tengono ancora, no? In fondo è quasi uno specchio della verità che racchiude l’io più profondo di una strega, custodendone intatta la sua essenza e rimandandone un’immagine pura, senza filtri. Come un’istantanea dei sentimenti. Dedicato a tutte noi dolci streghette. Alla prossima!
Ilenia Di Carlo
Ilenia Di Carlo
Dannatamente tua
Monica Ricci: “Fiamma” e gli elementi originari
Gli elementi originari della Terra sono sempre stati oggetto di molte teorie, fin dall’antichità. Aristotele aggiunse ai quattro elementi (aria, fuoco, acqua, terra) l’etere, sinonimo di quella quintessenza che, secondo gli alchimisti, era il composto principale della pietra filosofale.
Mentre nel mio romanzo descrivo come sarebbero gli elementi se diventassero delle persone, nel Buddismo vengono raggruppati come base delle reali sensazioni, allontanandosi dai pensieri filosofici: la proprietà dell’acqua è la coesione, la solidità e l’inerzia sono le proprietà della terra, l’espansione e la vibrazione sono le proprietà dell’aria e il calore è quella del fuoco.
Parlerò ora solo dei quattro elementi, lasciando da parte il quinto su cui sono state costruite già parecchie teorie.
Il fuoco ha rivestito una grandissima importanza simbolica per molte religioni e tradizioni ed è stato fondamentale per lo sviluppo della civiltà.
Nella mitologia greca, Prometeo ruba il fuoco agli dei per donarlo agli esseri umani e per questo viene punito. Il fuoco ha caratteristiche distruttive e creative, a seconda dello scopo per cui viene utilizzato: per gli antichi greci l’aspetto più negativo era associato al fratello di Zeus, Ade, mentre quella positiva a Efesto che lo utilizzava per costruire.
Secondo la tradizione indù, invece, il dio del fuoco è Agni, è un mediatore tra dei e gli esseri umani.
Al fuoco associo il coraggio, la forza, la passione, la determinazione, l’impulsività, la creatività, la vitalità, l’irruenza e anche il non voler sottostare a qualcosa.
La salamandra viene vista come il suo spirito elementare soprattutto dalle streghe della Vecchia Religione, ma esistono anche esseri mitologici come i draghi e le fenici che possono rappresentarlo.
L’acqua è sempre messa in contrapposizione al fuoco. Di solito le veniva assegnato un aspetto femminile ed era associata alle qualità dell’intuizione e dell’emozione.
L’acqua è il simbolo della vita: la vicinanza ai fiumi o ai laghi ha favorito l’approvvigionamento di acqua dolce, l’agricoltura e anche i vari trasporti fluviali e le attività commerciali. Per questo viene associata alla nascita e alla rinascita. In molti miti della creazione, l’acqua ha un ruolo di rilievo o ne è la protagonista. In altri è narrata nascita di esseri sovrannaturali o divinità dall’acqua.
A volte, però, è anche il simbolo della morte. Diversi miti parlano di creature marine mostruose e ci sono storie di naufragi terribili. Inoltre, è legata all’idea del sacrificio.
Può essere considerato anche un elemento che salva e purifica, come nel racconto del diluvio universale che cancella il mondo precedente per crearne uno nuovo e migliore; infatti l’acqua viene utilizzata anche in molti rituali di iniziazione e purificazione.
All’acqua associo tutto ciò che concerne il cambiamento e i sentimenti più profondi, come la compassione, l’altruismo, la capacità di adattarsi a qualsiasi situazione e la lealtà.
Gli spiriti elementari sono le Ondine, secondo la Vecchia Religione; collegate all’acqua ricordiamo anche le sirene e l’idra.
L’aria è l’elemento che veniva posto in relazione allo spirito e alla purezza, perché, consentendo la vita tramite la respirazione, permetteva all’anima di entrare nel corpo dell’essere umano.
L’aria è libera, può andare dove vuole, è difficile da catturare. Permette di volare e di far sentire liberi gli altri. Permette ai semi di muoversi e andarsi a piantare in altri luoghi, per poter così generare nuove piante. Dona la vita attraverso il respiro.
All’aria associo la voglia di creare, l’immaginazione per la cose astratte, la dolcezza, la voglia di libertà e il non voler mai stare fermo.
I suoi spiriti elementari sono le silfidi, ma quando penso all’aria immagino anche i pegasi come esseri legati all’aria.
Infine, la terra è la dimora dell’umanità: senza di essa non ci sarebbe un posto in cui vivere.
Prometeo creò i primi uomini plasmandoli con la terra, grazie al fango.
La terra è dura e forte e viene vista con le qualità della moderazione e della praticità.
È l’elemento di tutta la natura, comprende tutti i regni: animale, minerale e vegetale.
Accoglie la vita e la nutre nel suo grembo e cerca di evitare ogni spreco.
Alla terra associo la forza, la durezza, la pazienza e la costanza. Di solito è contrapposta all’aria che è più astratta, mentre la terra pensa alla materialità delle cose.
Gli spiriti elementari della terra sono gli gnomi, ma potrebbero essere anche gli elfi e i nani.
Gli elementi originari sono questi e nel mio romanzo “Fiamma” (flower-ed 2014) li vedrete incarnarsi in quattro persone che rappresenteranno tutte le loro caratteristiche, nel bene e nel male.
Monica Ricci
Monica Ricci
Fiamma
Mercato editoriale. Come è cambiato oggi il settore.
Sono anni che dico “Le vendite faranno la differenza. Non importa con chi pubblichi e in che modo, se venderai, sarà quel successo a distinguerti dalla massa“.
Inutile dirvi che, in qualità di autrice e web promoter free lance, agli inizi sono stata molto attaccata dai “cultori della buona letteratura” e da quelli che sono contro l’EAP per partito preso, oltre che da quelli che snobbano certi pensieri.
La mia esperienza nel settore editoriale e la gavetta che mi porto sulle spalle come un fardello di oltre 15 anni, mi hanno fatto capire il meccanismo di certe regole.
Mentre i principianti e quelli “moralisti” diffondevano critiche su chi pubblicava a pagamento e chi gratuitamente, fondando schiere e scuole di pensiero diverse pronte a scontrarsi su siti, blog e social, io restavo ferma della mia idea.
Io, che avendo fatto la gavetta in una delle città più difficili del nostro Paese, indovinate quale (la mia città, intendo) dove i librai diventavano editori (ora c’è la crisi, quindi non ci diventano più, semmai chiudono pure bottega) poiché avevano i soldi per farlo, e avendo bazzicato per librerie che snobbavano di brutto gli emergenti o essendo passata a consultare editori e collaboratori snob che cercavano di fare l’affare del momento (con la proposta di pagamento per la sua prima pubblicazione), imparavo a conoscere “il giro di affari” che vorticava nel settore e l’importanza di farsi conoscere con la promozione e la conseguente vendita. Perché un libro è un prodotto e quando si parla di commercio, si deve parlare conseguentemente di vendita.
Ricordo ancora distintamente che, quando feci questo discorso in una nota libreria napoletana, la risposta canzonatoria dei commessi fu «Il libro non è un prodotto, non vendiamo patate, cipolle e ortaggi!». «Certo», risposi, «ma dovete vendere perché è ciò che conta, a volte anche più della qualità in sé.».
Bene, quella libreria ha chiuso bottega per fallimento. A conferma della mia tesi. Le vendite fanno la differenza e contano per tutti: dall’autore alla casa editrice, dall’agenzia letteraria al distributore e dalla libreria ai suoi dipendenti più o meno intelligenti, perché è il “mercato” a far girare il denaro, sempre.
Non ho mai dato importanza, quindi, al “come” e al “con chi”, poiché molti anni fa pubblicare era più complesso di ora e si incappava facilmente in proposte economicamente indecenti che nulla avevano a che fare con la passione per i libri e la scrittura.
Oggi è tutto più semplice perché la globalizzazione e il marketing da web che ha investito la vita di tutti, la fa da padrone.
Oggi un esordiente ha una strada molto più spianata dei passati. Non deve per forza pagare per pubblicare, può ricorrere al self-publishing anche in sola versione digitale, scalare una classifica vendite e sperare di essere contattato da un agente letterario o una casa editrice importante che gli cambi il curriculum (e vi assicuro che sta capitando a molti esordienti anche alla loro prima esperienza letteraria).
Quindi, la mia tesi secondo la quale “non importa con chi” e “in che modo” pubblichi, ma conta che tu venda, è stata pienamente dimostrata con gli anni. Perché proprio chi vende tanto oggi su una qualunque piattaforma di self-publishing ha la possibilità di farsi notare in classifiche in cui gareggia con nomi illustri e, successivamente, di farsi notare per ottenere il tanto agognato passo di qualità.
E pensare che un tempo, anche io sono arrivata in classifica (di libri cartacei) su La Repubblica Ed. Napoli nel 2010 con il romanzo “Un barlume di speranza” (Giovane Holden Edizioni, I Edizione 2008 – II Edizione 2010) e ho raccolto frutti che mi hanno tolto molti sassolini dalle scarpe e fatto ottenere soddisfazioni non di poco conto.
Ma non si finisce mai di imparare perché scrivere e poi farsi conoscere è uno dei mestieri più difficili per chi ha voglia di costruire, un mattone alla volta, una carriera letteraria.
Come?
La pazienza in primis, la costanza e il talento. E se questo non basta, sappiate che ci sarà sempre chi apprezzerà i vostri sforzi e saprà che le vostre passioni sono una grande gioia da condividere.
Tiziana Iaccarino.