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Amalia Santiangeli, l’amore e la scrittura

Posted by Michela Alessandroni on 18/06/2014 in Libri |

Il sito di Pennadoca è stato un punto di riferimento importante per me. Molti anni fa, proprio qui condividevo poesie e racconti con gli altri autori e poi, quando ho fondato la mia casa editrice, proprio fra quegli autori ho trovato Amalia Santiangeli, una scrittrice che ha fatto dell’amore, nella vastità dei suoi significati, l’oggetto dei suoi scritti e che è diventata una delle penne più produttive di flower-ed. Ha pubblicato con noi “Volando verso l’Australia“, “Incontro. 20 poesie“, “Scrivere è un po’ come amare“, “Le scarpe” e “Il pozzo in giardino“: questi ultimi due racconti li potete scaricare gratuitamente dal nostro sito.

Lascio ora la parola ad amalia affinché possa raccontarci qualcosa di questo straordinario percorso fatto di amore e scrittura.

Michela Alessandroni

Cari amici lettori e, visto il contesto, cari colleghi di Pennadoca,

l’affetto e la riconoscenza che ho nei confronti di questo sito (ponte fra i diversi miei manoscritti chiusi in un cassetto e la flower-ed, casa editrice che mi ha scovata, contattata e con la quale ormai da diversi anni abbiamo un bel rapporto di collaborazione, pubblicando ben 5 miei e-book) mi ha portata a condividere con voi quello che è stato uno dei motori principali della mia passione per la parola scritta: l’Amore!

Certo, certo, vedo il sorriso sui vostri volti… Non è una grande originalità, avete ragione ed è per questo motivo che cercherò di essere poco noiosa e soprattutto sintetica!

Vi farò sorridere ancora di più: difficilmente mi piacciono romanzi non a lieto fine; suvvia, già nella realtà siamo così carichi di delusioni, sofferenze, amarezze che almeno quando leggo un libro (ma vale lo stesso discorso anche per le commedie a teatro, come i film al cinema) ambisco al famoso “… e vissero felici e contenti…”, alias per me la storia d’Amore deve corrispondere alla favola, lunga, corta, intricata, come volete e preferite, ma… a lieto fine!

Da bambina, per motivi di famiglia e di salute di mia mamma, non uscivo molto, trascorrevo il mio tempo fra la scuola e la casa; la televisione non era quell’intrattenimento onnitemporale di oggi, e quindi ho imparato ad annioarmi e soprattutto a far trascorrere il tempo galoppando sul cavallo della mia fantasia, compensando vuoti, silenzi e spesso preoccupazioni.

La prima cosa che ho messo per iscritto è stata una brevissima poesie sulle coccinelle, sulla loro bellezza e su quanto mi dessero gioia con la loro presenza.

La mia famiglia era molto concreta e non vedeva di buon occhio che una persona potesse pensare a scrivere per professione, per cui studi e lavoro mi hanno portato a essere molto impegnata nell’ambito di numeri, cifre, quadrature, bilanci.

Appena il tempo me lo permetteva, sovente quando dovevo anche sfogare qualche delusione in maniera intima, prendevo un quaderno e una biro, e tracciavo segni di senso compiuto che poi prendevano la forma di racconti, poesie, riflessioni.

Il romanzo è arrivato dopo, in età adulta, dopo aver letto tantissimo di autori di ogni genere, nazionalità e stile. Non ho un genere preferito, dipende molto dal momento in cui leggo; mi sono piaciuti i generi più diversi: quanta ricchezza c’è nella differenza, nella policromia, nella poliedricità!

Mi sono accorta che non riesco, non voglio stare fuori dalla storia: cerco di inserire mie riflessioni, principi e valori (fedeltà, fiducia, sincerità, attenzione, tenerezza, speranza) sia all’interno dei dialoghi e dei pensieri dei protagonisti, ma anche come miei incisi chiarificatori.

Un’altra mia caratteristica è la sinteticità: non mi piacciono le storie cariche di dettagli, di descrizioni, che quando li vivo da lettore mi accorgo sorvolare senza alcuna attenzione e spesso anzi con fastidio.

Mamma mia, quanto sto scrivendo!

Adesso vi lascio, augurandovi di avere sempre la voglia di continuare a mettere per iscritto i vostri pensieri, di non arrendervi di fronte all’indifferenza di chi vi sta intorno, non vi comprende, non vi legge o, peggio ancora, vi critica per aver scelto la scrittura!

Scrivere è un’arte straordinaria, bellissima, carica di significato umano, memoria di sentimenti ed emozioni, proiezione di sogni, fucina di soluzioni, con valenze pari alla seduta di psicoterapia o di confronto liberatorio nel confessionale.

Vi auguro che tutti i vostri sogni si possano realizzare, se non proprio nel vostro oggi, almeno in quello dei vostri molti protagonisti!

Amalia Santiangeli

 

Volando verso l'Australia

Amalia Santiangeli

Volando verso l’Australia

La scheda dell’e-book

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“Il mito dell’Egitto” e il saggio storico: i consigli di Barbara Crimi

Posted by Michela Alessandroni on 13/06/2014 in Consigli per gli scrittori, Libri |

Barbara Crimi è una giovane studiosa di egittologia e autrice di saggistica storica. Ha pubblicato il saggio Il mito dell’Egitto” (flower-ed, 2012) in e-book e noi le abbiamo chiesto di presentarcelo, riservando uno spazio ai consigli che si sente di dare agli autori che vogliano cimentarsi nella stesura di un genere tanto impegnativo quanto importante per la trasmissione del sapere.

Michela Alessandroni

“Il mito dell’Egitto” nasce come elaborato per una tesi specialistica in Archeologia.

In realtà il lavoro non è frutto di una semplice ricerca compilativa e impersonale, ma è stato svolto con passione e coinvolgimento per l’argomento trattato, essendo l’egittologia una materia che ha sempre acceso in me un interesse particolare. In questo libro ho cercato di studiare e approfondire l’impatto che la memoria dell’antico Egitto (intesa come insieme di testimonianze materiali e non) ha suscitato nelle varie culture che si sono susseguite nel corso dei secoli, a partire dall’antica Grecia, passando per l’Impero Romano, il Medioevo, il Rinascimento, l’epoca barocca, l’età napoleonica, fino a giungere ai nostri giorni. Per chiarire e supportare le affermazioni, le ipotesi e le teorie avanzate nel mio scritto, mi sono servita anche di fonti storiche relative agli argomenti trattati, in molti casi riportando esplicitamente sezioni di testi originali utili a definire il discorso.

Nell’analisi si potrà vedere come l’influenza del glorioso passato della civiltà nilotica abbia segnato le epoche seguendo un duplice livello. Il primo sul piano intellettuale, dove numerosi studiosi, storici, filosofi, appassionati o semplici curiosi si sono prodigati per elaborare svariate teorie, più o meno realistiche, a volte fondate su basi scientifiche, altre volte frutto di una vivida fantasia. Il secondo proprio sul piano materiale, con le prime ricerche in loco che hanno dato l’avvio a campagne di scavo via via più accurate, da cui poi ha avuto origine la nascita dell’egittologia intesa come branca della scienza dell’archeologia relativa al territorio nilotico. Ho cercato di esaminare come le diverse civiltà si siano rapportate riguardo alla conoscenza dell’Egitto, tentando di mettere in luce i motivi alla base dei loro giudizi, delle loro credenze delle loro reazioni emotive dinanzi al singolare fascino di una cultura così diversa da tutte le altre.

“Il mito dell’Egitto” è un saggio storico che non vuole presentarsi come verità incontrovertibile e inconfutabile, bensì come raccolta e rielaborazione di dati fino ad oggi disponibili, ma che potrebbero sempre essere rivisti in funzione di successive scoperte e nuove future conoscenze.

Come “consiglio” (se così vogliamo chiamarlo, pur non volendomi porre in una situazione di superiorità rispetto a tutti coloro che studiano e conoscono determinati campi del sapere) per chi voglia intraprendere la stesura di un lavoro simile, dovrei innanzitutto menzionare la passione e un particolare interesse per l’argomento trattato, al fine di non rendere l’opera noiosa e impersonale per il lettore né un peso obbligato per lo scrittore stesso. Ritengo, infatti, che anche un’opera storica, per quanto debba cercare di essere più oggettiva possibile, non possa non contenere un certo grado di passionalità propria dell’autore per dargli quella “marcia in più” che la renda gradevole e accattivante nella lettura.

Probabilmente la migliore abilità di uno scrittore di saggi storici dovrebbe essere proprio quella di saper correlare il susseguirsi di vicende storiche con ragionamenti, riflessioni, collegamenti ideologici che permettano di non concentrarsi solo sul progressivo scorrimento temporale, ma che inducano il lettore a elaborare attivamente i dati raccolti per formarsi egli stesso un’idea che possa condividere o meno il punto di vista dello scrittore, perché il rischio, sempre in agguato, potrebbe essere quello di dare alla luce un noioso elenco cronologico di fatti ed eventi fissi, asettici, immobili in un tempo passato non più interessante e che non ha più niente da insegnare. Insomma, la parte strettamente scientifica (quella storico-cronologica) dovrebbe alternarsi e armonizzarsi con riflessioni e deduzioni che siano in grado di rendere fluido e gradevole il discorso per un vasto pubblico, in grado di collegare e armonizzare tra loro i molti dati che altrimenti si presenterebbero frammentati, dispersivi oppure come un elenco privo di significato per chiunque non sia un “addetto ai lavori” e quindi pratico della materia trattata.

Suggerimento importante è inoltre quello di documentarsi bene sull’argomento che si vuole trattare, ricercando fonti, testi, studi, pubblicazioni, articoli e tutto ciò che può essere utile ad approfondire la materia, in modo da fornire un quadro esauriente, il più completo possibile.

Dal punto di vista formale, consiglierei di scrivere in modo chiaro, semplice, con linguaggio tecnico ove necessario (ma, se possibile, con spiegazione per i non esperti in materia) ma senza eccedere nel voler mostrare un elevatissimo livello di erudizione che finirebbe per rendere il testo comprensibile solo a chi l’ha scritto (e forse poi manco a lui!).

Se possibile, sarebbe interessante anche aggiungere immagini esplicative tra le pagine del saggio. Un testo illustrato cattura anche l’occhio oltre che la mente del lettore e aiuta a ricordare ciò che si è letto.

Questi essenzialmente sono i miei “consigli” per coloro che vogliano cimentarsi nella stesura di un saggio storico. Il resto lo lascio all’ingegno e all’inventiva di ognuno, poiché non ritengo ci sia uno schema preimpostato da seguire rigidamente né regole cui attenersi rigorosamente.

In sostanza, bastano la passione per ciò che si scrive, la chiarezza espositiva, la coerenza e, non da ultimo, la correttezza grammaticale… il resto viene di conseguenza man mano che si scrive.

Detto ciò, confidando nel gradimento del mio “Il mito dell’Egitto” auguro a tutti coloro che stanno per mettersi all’opera, un buon lavoro, che sia gradito a chi scrive e a chi lo leggerà!

Barbara Crimi

Il mito dell'Egitto

Barbara Crimi

Il mito dell’Egitto

La scheda dell’e-book

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Anna Maria Dall’Olio ci racconta “Latte & Limoni”, la sua nuova raccolta di liriche.

Posted by Tiziana Iaccarino on 10/06/2014 in Interviste agli scrittori, Libri |
copertina-latte-limoni

“Latte&Limoni”.

Un’autrice come poche. Un’artista che si fa apprezzare per il suo talento riconociuto nel mondo, attraverso concorsi internazionali e in Italia con la sua incredibile capacità d’interazione sociale e culturale. Anna Maria Dall’Olio è un nome che si lascia ricordare e una persona che si fa apprezzare per le sue iniziative e la grande propensione all’interazione sociale. Ha una carriera inimitabile. Laureata in Lingue e in Lettere, si è dedicata alla drammaturgia e alla lirica ottenendo dei risultati importanti in Italia e all’estero. Ha ottenuto nel 2005 il 2° Premio del Concorso Internazionale “Hanojo-via Rendevuo” (competizione culturale patrocinata dal governo vietnamita per commemorare i 1000 anni di Hanoj) e nel 2006 il 1° Premio del Concorso Nazionale “Garcia Lorca“ per la Poesia Inedita.

Questo per citare solo un paio dei suoi innumerevoli successi a livello mondiale.

Le sua prima raccolta di liriche dal titolo “Solo 10 Poesie. L’angoscia del pane” (Lietocolle, 2010) è stata apprezzata e acquistata ovunque, ottenendo un successo dietro l’altro anche per l’interesse scaturito intorno agli argomenti di grande attualità sociale ivi contenuti.
Quest’anno è la volta della nuova raccolta dal titolo “Latte & Limoni” (ed. La Vita Felice, 2014), la cui prima presentazione avverrà unitamente all’altra opera, il prossmo 13 Giugno a Busto Arsizio presso il Cinema Teatro Fratello Sole a partire dalle 21:00 con ingresso libero.
Ma questo è solo uno dei tanti impegni pubblici presi dall’artista, poiché dal suo sito ufficiale arrivano notizie di un calendario colmo di eventi a cui presiederà tra cui:

1. Pistoia. Sabato 21 giugno, alle 18:00, a Pistoia, davanti al “Bar del Centro” (in caso di pioggia presso “Il Grimorio Libri”), seconda presentazione di “Latte & Limoni”.

2. Fiumicino (Roma), un giorno da definire tra il 17 e 19 Luglio, nell’ambito della Festa del Partito Democratico, terza presentazione di “Latte & Limoni”.

3. Bologna, Sabato 27 settembre parteciperà all’evento “Thousand poets for change”.

4. Pisa, nell’ambito del Pisa Book Festival, sabato 7 o domenica 8 novembre la quinta presentazione di “Latte & Limoni”.

Ma parliamo direttamente con l’autrice di tutti questi impegni.

Ciao Anna Maria,
eccoci giunti a parlare di tutti questi appuntamenti davvero interessanti. Innanzitutto ti chiedo, per curiosità, come fai a gestire tanti impegni per tutto l’anno?

RISPOSTA:
Mi piacerebbe rispondere che li ho programmati tutti, ma non è così: in primis, bisognerebbe dedicarsi anima e corpo alla programmazione per partecipare a tutto, non vivere d’altro, e questo, alla mia età e nella mia situazione (mio padre ha quasi 90 anni), non è possibile. Comunque, ora posso dire che più si è dentro questo mondo più le occasioni fioccano da sole: basta coglierle al volo, come mi è capitato per l’evento di Fiumicino. Ormai conosco moltissime persone: mi basta un contatto o una telefonata per organizzare qualcosa. L’importante è essere visibile con tutto il virtuale (e il falso) che impera.

La tua nuova opera letteraria “Latte & Limoni” verrà presentata in giro per l’Italia, quali riscontri hai avuto da subito, come il pubblico e le persone hanno accolto questa tua nuova idea e fatica letteraria?

RISPOSTA:
Sono stata spinta a preparare una nuova silloge poetica, perché lo stesso pubblico me lo chiedeva. Le 10 poesie di “L’angoscia del pane” non potevano reggere da sole una performance di un’ora. Ero sempre costretta ad accompagnare i testi pubblicati con inediti. Il pubblico (ricordo in particolare quello attento e numeroso di Castellammare di Stabia) mostrava di gradire, perché recitavo a memoria sia le poesie edite che gli inediti.

Passiamo ora a parlare dell’opera in sé che è una raccolta di liriche come la precedente. Quali sono gli argomenti che tratti in essa?

RISPOSTA:
Argomenti soprattutto d’interesse sociale (guerre, sfruttamento, malgoverno, ecc.) ma anche d’amore (due poesie sono decisamente erotiche). I contenuti (evidenti distorsioni di una realtà ideale più giusta) sono tutt’uno con la forma, spesso corruzione di strofe esistenti tanto popolari quanto letterarie. È il mio modo di intendere la poesia vintage.

Se tu potessi dare un messaggio ai giovani autori, quale consiglio daresti, se volessero intraprendere la tua stessa carriera e guardassero a te come ad un esempio da seguire?

RISPOSTA:
Anzitutto, leggere e leggere molto. Non avere assolutamente fretta di pubblicare a ogni costo: meglio prima frequentare corsi di scrittura ed essere in condizioni di offrire il miglior prodotto possibile. Altra cosa, partecipare a fiere e presentazioni di libri per capire che cosa offrono gli altri e di avere qualche dritta da chi già ha a che fare col mondo dell’editoria. Quando si è veramente sicuri di avere in mano qualcosa di veramente valido e originale, allora è il momento di entrare in azione: partecipare a concorsi, specie a quelli che propongono agende letterarie o simili: in genere, gli organizzatori (non necessariamente case editrici) prevedono giornate di presentazioni (l’agenda, se ben mirata, vende: l’ho visto alle fiere) e questo potrebbe aiutare a fare un salto di qualità.

E se invece dovessi lanciare un messaggio alle case editrici e agli addetti ai lavori nel settore editoriale?

RISPOSTA:
Essere disposti a scommettere su nuovi talenti, non necessariamente giovani, e portare la poesia alla gente in luoghi impensati: ho recitato davanti a 60 persone in un bar sul pontile di Castellammare, ma ho anche partecipato a una kermesse poetica al tramonto sulla spiaggia di Torvajanica lo scorso 31 agosto … Il prossimo 21 giugno, se non pioverà, reciterò per strada davanti a un bar in pieno centro a Pistoia, mentre accanto la pittrice Silvia Percussi (autrice di “Lettere d’amore” che mi ha ispirato “Geometrie e sensazioni. Lettura da manuale”) allestirà una mostra di quadri.

Infine, cosa dobbiamo ancora aspettarci per il futuro? Parteciperai a Concorsi Letterari con questa tua opera? Se sì, quali?

RISPOSTA:
I primi tempi (2006-2008) spammavo tutti i concorsi con le stesse 2-3 poesie. Oggi intendo partecipare a pochi concorsi che so seri e che comunque possono portarmi ad altre presentazioni. Ovviamente, in prevalenza concorsi per poesia edita, ma non solo: in questo momento, sto scrivendo un saggio critico che intendo presentare a un concorso in Toscana. Sì, “Latte & Limoni” sta già partecipando a un concorso organizzato nel nord.

Grazie per la tua disponibilità. E consigliamo al pubblico di seguirti sul tuo sito ufficiale: http://annamariadallolio.it/ ; sulla tua pagina social: https://www.facebook.com/pages/Anna-Maria-DallOlio/523319041016383 .

Infine, per info su “Latte & Limoni” (ed. La Vita Felice, 2014).
Link: http://www.lavitafelice.it/scheda-libro/anna-maria-dallolio/latte-limoni-9788877995940-170444.html .

Tiziana Iaccarino.

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Il mio angolo segreto, di Fioralba Focardi

Posted by Laura Bertoli on 28/05/2014 in Libri |

copScrivere un libro di poesie non è facile. Autoprodurselo ancora meno. Per questo oggi voglio segnalarvi l’opera di una poetessa coraggiosa che ha deciso di mettersi in gioco contando solo sulle proprie forze. Si tratta de “Il mio angolo segreto”, di Fioralba Focardi. Già dalla copertina viene voglia di leggerlo, siete d’accordo? 

Questa è la recensione all’opera scritta dal giornalista Marco Ceccarini:

L’autrice le definisce “semplici emozioni scritte su carta”, ma in realtà, come afferma Diletta Nespeca nell’introduzione, esse rappresentano “un viaggio attorno a un vortice inarrestabile di emozione, percezione e passione”. Queste sono le poesie che Fioralba Focardi, fiorentina, ha raccolto nel volume “Il mio angolo segreto”, edizioni Youcanprint. La Focardi ha voluto mettere per scritto vissuti ed insicurezze, paure e pensieri, al fine di scrutare l’anima, liberarsi e liberare emozioni. Scrive la Nespeca presentando la raccolta: “Descrive il conflitto interiore di chi, pur volendo donarsi totalmente al prossimo, in assoluta dedizione, desidera allo stesso tempo essere libero dalle costrizioni e dalle catene”. In questo senso, nei brevi componimenti della Focardi, vi è un che di “erotico”, o per meglio dire di “libero”, che rende queste liriche semplici nella lettura e al tempo stesso profonde, quasi ermetiche, secondo uno stile asciutto, a tratti minimalista, che incanta e rapisce. Il volume, autoprodotto, contiene circa 150 poesie. Decisivo, per la loro pubblicazione, è stato comunque l’incitamento del figlio Jacopo. Lo scrive chiaro e tondo, nella controcopertina, l’autrice stessa. Il suo “fallo mamma” è stato determinante. Potrebbe essere, questo libro, una lettura primaverile importante e un modo per aprire, da parte del lettore, le porte delle emozioni e del sentire profondo che spesso la razionalità comprime o addirittura nega.

Se qualcuno di voi ha già letto il libro o lo leggerà, mi farebbe piacere che postasse due righe di commento qui di seguito per farci sapere le sue impressioni. Buona lettura!

http://www.ibs.it/ebook/Focardi-Fioralba/Il-mio-angolo/9788891100542.html

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Concorso letterario Festival delle Lettere

Posted by Laura Bertoli on 19/05/2014 in News di Penna d'Oca |

Condivido con voi un bando di concorso gratuito che mi è particolarmente piaciuto, per l’idea della lettera scritta a mano che tanto mi ricorda il mio post precedente, oltre che gli anni dell’adolescenza. Il Festival delle Lettere è, nelle parole degli organizzatori (l’Associazione 365GRADI),  “la prima manifestazione italiana dedicata alla scrittura in carta, penna e francobollo”. Non vi viene già voglia di partecipare? A me sì! Fateci sapere se vi iscriverete al concorso e se otterrete qualche riconoscimento.

Intanto ringrazio di cuore Jessica Vaira che mi ha fatto conoscere questa bella iniziativa. 

CATEGORIE IN CONCORSO 

• Lettera a un sogno
• Lettera a tema libero
• Lettera Under 14 (a un sogno o a tema libero)
• Lettera dal cassetto* 

(*) In questo caso è necessario inviare la fotocopia di una lettera di proprietà del mittente ricevuta almeno vent’anni fa, ovvero prima del 1 gennaio 1994.

CATEGORIE FUORI CONCORSO

Lettera doppia, in collaborazione con Topolino
Lettera a un ex, in collaborazione con Marie Claire
Lettera di un’adozione, in collaborazione con Italiaadozioni

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Per partecipare al concorso inviare la propria lettera, insieme al bando di concorso con scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte, a:

FESTIVAL DELLE LETTERE
Via S. Giovanni Battista de La Salle 4/a
20132 Milano

È gradito l’invio di una copia della lettera in formato elettronico, indicando nome e cognome, all’indirizzo: segreteria@festivaldellelettere.it.

TEMPI

Le lettere inviate devono essere inedite. L’invio dovrà avvenire entro e non oltre il 30 giugno 2014. Farà fede il timbro postale. Le lettere ricevute verranno sottoposte ad una prima selezione a cura dell’Associazione 365GRADI ed in seguito valutate da una giuria qualificata.

Il bando completo del concorso e la scheda di partecipazione sono scaricabili a questo link: http://www.festivaldellelettere.it/wp-content/uploads/2014/05/BandoConcorso14_MARZO_Layout-1.pdf

Maggiori informaizoni su: http://www.festivaldellelettere.it/

Per completezza mi fa piacere segnalare anche che, dal 2005 a oggi, il Festival delle Lettere ha potuto aiutare:

– Emergency
– AVSI per l’ospedale St. Kizito a Lagos in Nigeria;
– l’Associazione Gli Amici di Luca di Bologna per il progetto La Casa dei Risvegli;
– l’Associazione Il Focolare di Trieste che opera con i bambini in affido;
– Fondazione aiutare i bambini;
– CBM Italia Onlus;
– Medici Senza Frontiere;
– Terre des Hommes;
– Cesvi.

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Message in a bottle (ovvero, l’importanza dell’interlocutore)

Posted by Laura Bertoli on 27/04/2014 in Pensieri sulla scritura |

Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di poter scrivere qualche pagina seduta in riva al mare. Parlo di pagina di carta, scritta con la penna. Niente pc o smartphone, solo il collegamento tra la mano e il cervello che si trasforma in flusso di coscienza e che è tanto difficile riproporre con la tastiera, soprattutto per la possibilità di ricorrere in qualsiasi momento al tasto canc e ricominciare da capo, destinando all’oblio le righe riscritte. Mi è tornata la nostalgia per le lettere, quelle che andavi in cartoleria a scegliere la carta con i disegnini giusti, quelle che per spedirle dovevi camminare fino alla buca delle lettere in fondo al paese e già pregustavi la risposta che sarebbe arrivata (minimo) la settimana dopo. Le lettere che si facevano attendere e che leggevi tutte d’un fiato, consumandole in pochi secondi. Le lettere degli amici di penna trovati sui giornali per ragazzi, che non conoscevi ma di cui sapevi forse di più di certi contatti di facebook di oggi. O ancora i diari su cui ci si scriveva con i compagni di classe durante le lezioni, e poi ce li si scambiava per leggerli e per rispondere (insomma, una specie di chat). I quaderni su cui scrivevo le poesie in Inghilterra, da un capolinea all’altro di un autobus, solo per il gusto di sapere che il vicino di sedile avrebbe potuto sbirciare quanto voleva ma non avrebbe capito quello che stavo scrivendo.

Soprattutto mi tornano in mente i messaggi in bottiglia, ne hai mai scritti? Nei momenti più malinconici della mia infanzia, in cui avrei voluto sfogarmi con un amico ma non ce n’erano a disposizione, mi piaceva affidare i miei pensieri a un foglio di carta e infilarlo in una bottiglietta di succo di frutta all’albicocca, per poi abbandonarlo nel torrente che scorreva vicino alla casa dei miei nonni, senza preoccuparmi troppo del fatto che la bottiglia non avesse un tappo a prova di acqua e che presto si sarebbe riempita rendendo illeggibile il mio messaggio, se mai avesse potuto raggiungere le onde dell’oceano. Ma restava il fatto che sognavo che qualcuno avrebbe raccolto e accolto le mie parole e sarebbe venuto a salvarmi. Non ricordo cosa scrivessi su quei fogli ma sono certa che quel gesto simbolico già di per se mi facesse tornare allegra. E se non proprio allegra, mi faceva comunque immaginare navi di pirati, isole del tesoro ed avventure che almeno la mia bottiglia avrebbe potuto raggiungere e incontrare.

Penso che in fondo un po’ tutto quello che noi scrittori scriviamo sia un messaggio in bottiglia che affidiamo alla corrente della vita, sperando di arrivare al cuore di qualcuno. A volte la nostra bottiglia si arena in qualche ansa di un fiume, o viene ingoiata da un pescecane, o le parole si cancellano perché abbiamo usato il tratto pen e non la penna biro. Ma altre volte la bottiglia viene raccolta sulla riva, all’altro capo del mondo, da un ragazzino che magari non parla nemmeno la nostra lingua ma che, magicamente, ci capisce per pura intuizione, rendendo finalmente vive e utili le nostre parole, trasformando il nostro sfogo privato in una storia degna di essere raccontata e condivisa.

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Un programma per parlare di editoria a Radio Sputnyk Network.

Posted by Tiziana Iaccarino on 19/04/2014 in Consigli per gli scrittori, Libri |

logoEra una proposta ricevuta da tempo. Poi si sa le cose possono cambiare, i progetti maturare e lo scambio di opinioni permettere di raccogliersi di nuovo a parlare delle stesse idee a distanza di tempo. Ma la disponibilità e cordialità con cui Alessandro Bagnato mi ha chiesto di far parte del team della nuova web radio Radio Sputnyk Network è restata immutata. Per cui, con grande piacere, non ho potuto far a meno di raccoglierla, anche presa dalla voglia di parlare in senso reale con gli autori che mi chiedono consigli e suggerimenti per la loro gavetta nel settore editoriale, eccomi a raccontarvi che se da un lato martedì 22 Aprile 2014 dalle 16:00 alle 18:00 sarò intervistata per parlare di me e dei miei manuali per autori emergenti dai titoli “Come promuovere un libro” e “L’agenda dello scrittore” (entrambi pubblicati dalla casa editrice digitale flower-ed di Roma), dall’altra riservo una sorpresa a tutti coloro che vorranno parlare delle opere scritte, dei progetti in cantiere e della voglia di farsi conoscere.

Un programma nel quale parleremo di editoria, di eventi, di cultura, di arte, ma anche di consigli e particolare attenzione agli emergenti che tanto devono faticare per farsi notare.

Radio Sputnyk Network è una realtà giovane e avvincente, entusiasta e assolutamente originale che vanta un team di tutto rispetto, costituito da giovani preparati che ottengono successi personali meritati e da non sottovalutare.

Da Alessandro Bagnato, autore laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, comunicatore e direttore artistico di questo progetto a Michela Zanarella, poetessa e scrittrice di pregio e d’indiscusso talento, da Elisabetta Bagli, bellissima corrispondente da Madrid a Giuseppe Di Summa in qualità di vice-direttore artistico, da Antonio Borrelli ribattezzato il “Casanova dei tempi moderni” (e magari scopriremo presto il perché!) al dj Lorenzo Berto, da Lorenzo Carbone laureato in Mediazione Linguistica Culturale a Mirko Tondi, esperto in editoria e scrittore, da Piersante Maruccia a Federica Coia e da Vincenzo Lubrano alla sottoscritta Tiziana Iaccarino, questo progetto raccoglie un team molto affiatato ed entusiasta in grado di offrire una proposta giovane, fresca, di impatto e molto professionale al pubblico.

Radio Sputnyk Network offrirà intrattenimento allo stato puro, poiché il web è alla portata di tutti ed è divenuto patrimonio da condividere e portare ovunque con sé grazie anche agli apparecchi di ultima generazione che ne consentono l’utilizzo semplice e rapido.

Un invito, quindi, è quello di seguire Radio Sputnyk Network per apprezzare le iniziative d’arte e cultura, intrattenimento e show che questo interessante progetto artistico finalmente condotto e fatto da giovani propone al pubblico.

Pagina Social: https://www.facebook.com/pages/Radio-Sputnyk-Network/244603479049761 .

Sito: www.radiosn.net

Tiziana Iaccarino.

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Self-coaching per scrittori: scrivi anche quando non hai niente da dire

Posted by Laura Bertoli on 06/04/2014 in Consigli per gli scrittori |

La pigrizia è nemica della scrittura. Qualche giorno fa ho letto e anche apprezzato un post pubblicato su un altro blog, in cui si invitavano gli autori o blogger ad evitare di scrivere qualsiasi cosa a meno che non fossero colti dal sacro fuoco dell’ispirazione. Nel mio film mentale ero perfettamente d’accordo sul fatto che non ci sia niente di più potente per uno scrittore che l’urgenza di scrivere in qualsiasi momento e su qualsiasi supporto, dal biglietto del tram, alla tovaglietta della pizzeria, al foglio di scottex, anche se ormai è molto più probabile che si utilizzi un tablet o uno smartphone per prendere nota di quelle idee illuminanti che daranno forma al nostro prossimo libro. Tuttavia, ripensandoci, credo che l’ispirazione non vada necessariamente attesa, ma che si possa in qualche modo evocare. E come? Scrivendo, anche se non hai nulla di preciso da raccontare. Anche se sei stanco e assonnato, o se pensi che buttare giù i tuoi pensieri non abbia nessuna utilità se non c’è dietro un progetto per portare a compimento qualcosa di preciso e definito. Eppure, una parola, dopo l’altra, per associazione di idee, o semplicemente perché il flusso di coscienza porta a galla qualcosa di cui non eri ancora consapevole, potenzialità a cui non avevi pensato, le frasi si compongono e cominciano ad avere un senso più chiaro. Se poi le rileggi tutto a distanza di tempo, non ti sembreranno nemmeno così stupide e insignificanti.

Per esempio, questa sera sono stanca e contenta di ritorno dal mio corso di coaching, e avrei un grande desiderio di chiudere gli occhi e di ripercorrere la mia giornata solo tra me e me (al massimo in compagnia della mia gatta), ma se perdessi l’allenamento a pubblicare su Penna d’Oca anche per una sola settimana, nel momento in cui poi ricominciassi a farlo sarebbe più difficile e avrei molto più forte la sensazione di non stare facendo nulla di utile. In realtà, se in questo momento tu decidessi di seguire il  mio esempio e di scrivere la prossima pagina del tuo racconto, o una nuova poesia, queste parole non sarebbero scritte invano. E’ molto romantico pensare allo scrittore come a un’entità attraverso cui scorrono liberamente le parole, senza sforzo, ma è anche vero che pian piano si può vincere la fatica di scrivere con l’esercizio, come quando vai in palestra e fai esercizi gradualmente sempre più duri, ma con il tempo arrivi a fare cose che all’inizio non ti saresti mai immaginato. Per cui anche queste poche righe, questa sera, possono avere un loro senso. E se non sai da dove cominciare, puoi sempre provare a scrivere di te e di come ti senti quando ti sembra di non avere nulla da dire. Perché dopo tutto forse è possibile esercitare l’ispirazione. Non dico che la scrittura debba diventare automatica ma che, come una bella storia d’amore, si può coltivare ed espandere, rendendola ricca di condivisione, significati e nuovi orizzonti. C’è stato un periodo in cui avevo deciso di scrivere almeno una poesia al giorno. Beh, ha funzionato. Magari non tutte sono dei capolavori, ma quell’esercizio di diario quotidiano mi ha sbloccata e mi ha insegnato a giocare con le parole per ottenere effetti ogni giorno diversi.

Magari oggi anch’io ho scritto sul nulla, ma non mi dispiace il suono di queste parole, come quello delle mie poesie. Il fatto è che sento la scrittura anche se non ho niente ad dire. E tuttavia non ho potuto fare a meno di mettere un “mi piace” a questo articolo, perché è così che vorrei essere e scrivere:

http://morenafanti.wordpress.com/2014/04/01/scrivere-non-e-un-obbligo/

 

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La mia nuova commedia “Karola&Lustro”.

Posted by Tiziana Iaccarino on 06/04/2014 in Libri, News di Penna d'Oca |

10154714_497973533635598_503348348_n Vi presento la mia nuova avventura letteraria dal titolo “Karola&Lustro“. Una vera e propria ispirazione destinata a diventare fin dall’inizio nella mia immaginazione una commedia romantica, fresca, giovane, leggera e senza impegno. Ad avermi ispirata è una ragazza molto bella, ironica,  simpatica, divertente e assolutamente moderna alla quale l’opera è dedicata e dalla quale la protagonista stessa prende il nome:  Karolina (proprio con la K), che io chiamo affettuosamente Karola.Tengo a precisare che la storia è totalmente creata dalla mia fantasia e che avevo voglia di scrivere qualcosa di spassoso che permettesse qualche ora di intrattenimento in assoluto relax anche in prossimità dell’estate.Così, dopo la mia prima esperienza in fatto di chick lit (genere che ho scoperto starmi a pennello) con la commedia dal titolo “Lanty&Cookies” e col suo sequel “Lanty in love“, eccomi con una nuova opera che spero possa intrattenere chi ama le letture leggere e spassose.

La trama.

Karola è una personal stylist  geniale, affascinante, moderna e molto dotata per l’estetica. Ha solo una mania: ama guardarsi allo specchio. Pur bella e dedita alla cura dell’aspetto sia per lavoro che per abitudine, non riesce a farne a meno e insegna al suo cagnolino, Lustro, uno yorkshire che le è stato regalato, a fare lo stesso.
Dopo un periodo difficile a causa del quale è costretta a tornare in Italia dall’Inghilterra, il lavoro riprende alla grande grazie alla collaborazione offerta ad un noto atelier di Milano, il “Fashion in” cui fanno capo gli stilisti, nonché fratelli, Rolando e Fulvio.
Tutto procede per il meglio fino a quando, in seguito a una serie di eventi fortuiti, Karola scopre un segreto da dover gestire dopo aver saputo che non le sarà rinnovato il contratto di lavoro.
Cosa fare, dunque, quando si è a conoscenza di una verità tanto scomoda quanto decisiva nel momento in cui si pensa di dover rinunciare alle proprie aspirazioni? Restare in silenzio o usare il segreto a proprio favore per ottenere ciò che si sperava?
Karola è combattuta e l’incontro con Luke, affascinante modello inglese da conquistare contro la sua etica e le aspettative di un’improvvisa rivale in amore, non sembra semplificarle la situazione.
Tra mille peripezie, incontri inaspettati, equivoci e sorprese esilaranti, riuscirà a riordinare le sua vita in amore e nel lavoro?

Karola&Lustro” è una commedia romantica, giovane, breve, piacevole. Un chick lit da scoprire per sorridere e sognare.

La copertina è stata commissionata alla grafica Melinda Mazza (Melinda, Graphics and More) che ha già realizzato quelle delle mie precedenti commedie e devo dire che il risultato è a dir poco spettacolare. Ne sono davvero entusiasta.

L’opera in solo formato digitale sarà disponibile dal 7 Aprile 2014 su Amazon.

Tiziana Iaccarino.

 

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I libri della mia vita

Posted by Laura Bertoli on 01/04/2014 in Libri |

Devo riempire una serata triste, una di quelle che farei volentieri a meno di scrivere ma perfino la mia gatta mi si è piazzata in braccio ben decisa a non lasciarmi alzare per mettere via il laptop. E allora non mi resta altra scelta che abbandonarmi alla nostalgia e lasciare affiorare i ricordi. La memoria è un argomento sempre degno di essere evocato. Perciò questa sera vorrei raccontarti di quei libri che hanno fatto di me una lettrice instancabile e che in qualche modo mi hanno mostrato una strada, indicato delle risposte, svelato dei misteri. Perché ogni volta che apro un libro io so che sto inevitabilmente cercando una risposta alle mie domande.

In principio erano le fiabe, quelle di “a mille ce n’è…”, per intenderci, so che le hai ascoltate e lette anche tu, in versione 45 giri o cassetta, magari c’è stata perfino un’edizione in cd che non conosco. Comunque in edicola usciva una fiaba a settimana, e ancora prima di leggerla sfogliavo il fascicolo per ammirare le bellissime illustrazioni che invitavano a tuffarsi nella magia. Tremavo con la storia di Barbablù e delle sue sfortunate mogli, mi emozionavo per le prove sovrumane da portare a termine per conquistare la mano della principessa incantata, ma la mia fiaba preferita era I cigni selvatici, tant’è che molti anni dopo ho chiamato mia figlia con lo stesso nome della principessa protagonista, che (mi hanno fatto notare) è una delle poche eroine davvero generose delle fiabe, capace di rischiare la propria vita per le persone amate (in questo caso i fratelli). Forse proprio per questo l’ho apprezzata più di qualsiasi cenerentola che passasse dalle mie parti.

Gli anni dell’infanzia erano anche gli anni di Candy Candy, e grazie a questo cartone animato, in cui si parlava anche di teatro, mi sono dedicata alla lettura precoce di Shakespeare, in particolare di Romeo e Giulietta. Poi è arrivato il tempo delle letture da adolescente, prima Violetta la timida di Giana Anguisola, di cui ricorderò sempre gli insegnamenti per affrontare le proprie insicurezze, e tutti i libri di Brunella Gaseperini, da A scuola si muore a Grazie lo stesso, ma soprattutto (e riletto diverse volte anche in tempi recenti) Rosso di sera. La Gasperini è un esempio, troppo spesso dimenticato, di scrittura che tocca il cuore, a cui perfino ora vorrei ispirarmi.

Dell’università salvo tutto il romanzo vittoriano, rigorosamente in lingua originale. E’ merito di Dickens se ho imparato l’inglese, anche se Middlemarch di George Eliot rimane il mio libro preferito di quegli anni, con un’estensione della mia ammirazione incondizionata ad altre autrici che sono state capaci di dare vita a personaggi femminili con le palle in romanzi come Orgoglio e pregiudizio, Jane Eyre o Cime tempestose. Studiavo anche letteratura spagnola e ispanoamericana, in quel periodo, e ho amato Don Chisciotte, soprattutto il secondo volume, dove non è più lui a credere spontaneamente alle sue fantasie, ma altri che lo inducono a ingannarsi. E’ una storia triste e struggente, ben lontana alla versione per bambini a cui siamo abituati. E c’era anche Rayuela, con il suo impianto narrativo incredibile che somiglia tanto alla costruzione di un puzzle. Il libro più originale che abbia mai letto. E Juan Rulfo, Carlos Fuentes, Gabriel García Márquez… in tempi più recenti ho ritrovato la stessa magia leggendo Zafón.

Nei primi anni “adulti” dopo l’università leggevo Richard Bach, Il ponte sull’eternità in primis, che mi ha convinta ancora di più dell’esistenza del Destino… o meglio del fatto che nulla succede per caso. Poi è arrivata tutta la serie dei testi di crescita personale: Don Miguel Ruiz, Neale Donald Walsch, Gregg Braden… fino ai più recenti  coach di cui ho parlato in post precedenti. Mi rendo conto che non potrò mai citare tutti i libri che mi stanno a cuore, ma tra i romanzi recenti quelli di De Silva mi hanno fatto ridere e piangere, quelli di Glattauer battere il cuore, Un giorno di David Nicholls mi ha fatto pensare che un romanzo così vale davvero la pena di scriverlo, oltre che leggerlo. Nonostante venga anche voglia di cambiarne il finale. Del resto è possibile che tutti i miei libri preferiti, in fondo, non siano altro che fiabe, spesso tristi o amare, senza lieto fine, ma dopo tutto riconducibili sempre a quell'”a mille ce n’è…” della mia infanzia.

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